Tra i capi d’imputazione di cui Pisano deve rispondere ricordiamo: la mancata osservanza di norme per la sicurezza dei lavoratori ed, “anche per via di un vetusto ed inadeguato sistema di captazione dei fumi di produzione” l’emissione di fumi contenenti polveri di natura cancerogena (“materiale particellare a base di piombo e cadmio, composti organici volatili (COV) contenenti, tra l’altro, monossido di carbonio, anidride carbonica, solventi aromatici, anidride solforosa”) provenienti dall’impianto dichiarato “assolutamente incompatibile con il contesto urbano nel quale è inserito“, della mancata osservanza di norme per la sicurezza dei lavoratori e della emissione di fumi contenenti polveri di natura cancerogena.
Lo scopo del presidio è quello di vigilare sulla condotta del legale della famiglia Pisano, Avv. Scarlato, il quale già nel mese di giugno 2014 aveva dichiarato che il proprio assistito sarebbe stato disposto al patteggiamento, ma che poi nell’udienza di settembre dello stesso anno ha fatto leva sulle precarie condizioni di salute dell’imputato, il quale sarebbe stato impossibilitato a firmare la procura speciale al legale. Non è la prima volta che, adducendo motivi legati alla età avanzata di Luigi Pisano, il legale sottrae l’imputato dinanzi alle proprie responsabilità. Responsabilità gravi in termini di reati ambientali già accertate per il passato e per il quale Pisano ha già patteggiato in altri processi. Il primo, conclusosi con le sentenza N. 415/2007 del Tribunale di Salerno ha confermato la responsabilità per:
1) abbandono di rifiuti speciali pericolosi,
2) scarico di acque industriali nel fiume Irno e senza essere in possesso dell’autorizzazione,
3) superamento dei limiti soglia per piombo, rame e zinco,
4) scarico sul suolo di acque meteoriche miste alle polveri derivanti dall’attività prodotta,
5) realizzazione d’impianti produttori di fumi in atmosfera senza essere in possesso dell’autorizzazione prevista,
6) emissioni di gas e polveri atti a molestare le persone presenti in zona.
Ciò che colpisce è che, nonostante tutto questo, il modus operandi dei dirigenti della fonderia non cambia. Soltanto ieri si è assistito all’ennesimo caso di emissioni sospette dall’odore impregnante e nauseabondo provenienti dall’opificio, per le quali sono state anche allertate le forze dell’ordine che si sono recate sul luogo. Testimonianze fotografiche disponibili al link: http://www.comitatosaluteevita.it/emissioni-sospette-15-gennaio-2015/
Esortiamo tutta la cittadinanza a rendersi parte attiva in questa battaglia che coinvolge decine di migliaia di persone che vivono tra la Valle dell’Irno ed il centro di Salerno. E’ necessario vigilare sul (mancato) operato delle istituzioni locali, in primis Comune di Salerno e ASL, che in tutti questi anni si sono fatti forti della mancanza di una coscienza comune della popolazione. Si ritiene pertanto fondamentale portare avanti la missione di informazione e di monitoraggio in merito a problematiche così gravi, obiettivo che da sempre si prefigge il “Comitato Salute e Vita”.
Il comutato Salute e vita
Mai sentito puzza, mai visto fumo, mai polveri sottili, avete fatto analisi e non avete trovato niente. Questa si chiama speculazione edilizia e comitato affari.
Sono i comitati senza seguito che dovete chiudere non le fabbriche.