I nuovi contratti – prosegue la nota – “applicano strumentalmente e solo parzialmente la legge dell’equo compenso (sulla quale il Tar si pronuncerà il 28 gennaio su ricorso del CNOG), svilendo il lavoro degli stessi collaboratori. Si prevede tra l’altro che, superata la soglia massima dei primi 288 articoli pagati, venga corrisposto un “forfait” di 120 euro annui, cioè dieci euro mensili a prescindere dal numero”.
“I contratti “proposti” – si legge ancora – fanno riferimento a servizi pubblicati e comprendono anche foto e video e nulla viene corrisposto per articoli più brevi di 1.600 battute. Questi ultimi, infatti, vengono inseriti nel “compenso” di dieci euro mensili. Ogni somma è comprensiva di tasse, spese e di quanto sarebbe dovuto per servizi fotografici o video prodotti. Per i contributi sul web, inoltre, non è previsto alcun compenso.
Ne consegue una drastica riduzione della media dei già bassissimi compensi corrisposti a decine di collaboratori che, con il loro costante impegno quotidiano, garantiscono da anni l’uscita dei due giornali con un’informazione capillare. Per la Finegil Espresso si può vivere con 4.910 euro l’anno, tasse e spese comprese”. I presidenti e i vice presidenti – conclude la nota – “invitano i direttori e tutta la catena di comando ad opporsi a questa iniziativa che viola i diritti più elementari di colleghi che con il loro lavoro arricchiscono quotidianamente l’informazione delle testate”.