Ed invece il Partito Democratico, ad esempio, sembrava non aspettare altro per uccellare la candidatura alle primarie di Vincenzo De Luca. Ora il Pd ufficializza nei fatti un rinvio che svuota di senso la consultazione popolare e che anche agli occhi degli avversari (lo ha detto oggi Stefano Caldoro) non è più credibile. Sia chiaro De Luca da sindaco sospeso o decaduto (c’è un’altra sentenza in arrivo) potrebbe comunque candidarsi, sfidare tutti e magari pure vincere, salvo poi cadere nuovamente nelle maglie “sospensive” della legge Severino. Insomma, un’ammuina degna delle navi borboniche, con un Partito Democratico che ora vorrebbe spostare le primarie al 22 febbraio ma che non sa ancora quali candidati scegliere o, peggio, “autorizzare”.
La sensazione è che il premier Renzi, liberatosi della grana Quirinale, passi direttamente alla Campania con l’intenzione di uscire allo scoperto: imporre un proprio nome. Che poi tutto sarà, tranne che espressione di un fronte unitario. Sempre che vada così, altrimenti bisognerà discutere, trattare, ricercare soluzioni, proporre qualcosa per non fare implodere il Pd sotto il peso del caso De Luca. Nel frattempo i legali del sindaco sospeso sono già all’opera per chiedere la sospensiva della sospensione al Tar. Roba da impero bizantino, ma necessaria per restituire un minimo di agibilità politica a De Luca. Il segretario democrat campano, Assunta Tartaglione nega che siano pressing su De Luca, ma nessuno ci crede. Ed ora proverà il sottosegretario Lotti a dirimere la questione, altrimenti è probabile che ci pensi Renzi. A Salerno, nel frattempo si continua a lavorare ed il sindaco facente funzioni, Enzo Napoli, dice che sono stati messi «in mora meriti indiscussi e tangibili oltre ad un mandato elettorale affidato con la percentuale del 75%”.
Fonte LiraTv