A dichiararlo è il Sindaco Ernesto Sica che ha accolto con grande soddisfazione l’ufficialità del decreto arcivescovile datato 19 gennaio per la tumulazione privilegiata nella chiesa di Picciola di Padre Beniamino Miori.
La traslazione dei resti mortali dall’amato parroco dalla Cappella dei Padri Stimmatini (cimitero comunale di Battipaglia) a Pontecagnano Faiano è stata fortemente sostenuta da Don Paolo Carrano, dal professore Giuseppe Rinaldi, storico della Congregazione dei Padri Stimmatini, e dall’Amministrazione comunale che, nelle scorse settimane, aveva ribadito la volontà attraverso un atto di indirizzo della Giunta Municipale.
“Sono molto felice per quanto accaduto. Un segno inequivocabile del Cielo. Proprio ora che stiamo organizzando una nuova iniziativa dedicata a Padre Beniamino Miori. Ringrazio le autorità cittadine per la disponibilità. Abbiamo cercato di tradurre in fatti quello che il nostro Vescovo ha scritto a noi sacerdoti: vi incoraggio, pertanto, a trasformare le nostre parrocchie in laboratori pastorali vivificati, alimentati e costantemente spinti dallo Spirito alla conversione e all’attenzione verso l’altro” il commento di Don Paolo Carrano.
A tal proposito, dal primo al sei febbraio si terrà a Pontecagnano Faiano la manifestazione “Padre Beniamino Miori un Santo per Pontecagnano Faiano”, promossa dall’Associazione “Amici di Padre Beniamino Miori” con la presentazione del libro a lui dedicato, una mostra e una serie di attività correlate.
Il decreto arcivescovile è stato accolto con grande entusiasmo dalla comunità locale, fortemente legata alla figura di Padre Miori, guida spirituale ed umana alla quale, in data 17 ottobre, è stata intitolata la Piazza di Picciola come riconoscimento da parte del Comune della grande opera evangelizzatrice svolta nelle nostre terre.
Padre Beniamino Miori, mitica figura di sacerdote amato e rispettato come santo molto importante per la comunità di Picciola e dei territori circostanti, nel difficile tempo di guerra che trasformò Pontecagnano Faiano e, in particolare, la località di Picciola in uno dei più importanti scenari dello sbarco alleato del settembre 1943, continuò a portare conforto alla sua gente anche quando gli venne requisita la casa dalle truppe alleate, rimanendo a vivere sotto il campanile danneggiato della Chiesa, che riparò personalmente. Nel frattempo si dedicò, studiando l’inglese, al conforto pastorale dei soldati alleati e anche alla cura dei prigionieri (italiani e tedeschi) che dal vicino campo di aviazione (attuale aeroporto) frequentavano la chiesa di Picciola per le funzioni religiose.
Prestò la sua opera anche come maestro elementare ai suoi parrocchiani, ma tre anni di vita di stenti e privazioni di ogni genere gli furono fatali. Colpito da polmonite fulminante, morì dopo tre giorni all’ospedale di Salerno. Ancora oggi è ricordato dagli abitanti di Picciola come un vero esempio per tutta la comunità cristiana.
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