Sono complessivamente 28 i provvedimenti di custodia cautelare emessi dal gip del tribunale di Napoli nell’ambito dell’inchiesta sulla Dama Bianca che ha portato agli arresti di oggi. Si tratta di 27 ordinanze di custodia cautelare in carcere e di un provvedimento agli arresti domiciliari. Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Roma, Napoli Salerno Monza, Macerata e Vicenza e nel corso dell’operazione sono stati sequestrati più di una tonnellata di droga, vari immobili, veicoli e conti correnti bancari. I militari della Guardia di Finanza di Napoli e i poliziotti della questura di Frosinone hanno eseguito anche il sequestro di beni mobili e immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie per circa 4 milioni.
L’inchiesta nasce dall’arresto a Fiumicino con 24 kg di cocaina di Federica Gagliardi, la Dama bianca nella delegazione per il G8 di Toronto insieme all’allora premier Berlusconi.
L’indagine degli uomini della Guardia di Finanza e della Polizia, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha consentito di scoprire un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di droga che aveva la base operativa in provincia di Napoli e ramificazioni sia in Italia sia all’estero, in particolare in Spagna, Olanda e Sud America. L’inchiesta è partita lo scorso 13 marzo quando, all’aeroporto di Fiumicino, Federica Gagliardi fu bloccata all’arrivo da Caracas con 24 chili di cocaina nascosti in uno zainetto e in un trolley.
La donna fu soprannominata la Dama bianca quando, a giugno del 2010, fu vista scendere dal volo di Stato che portava il premier Silvio Berlusconi e il suo staff a Toronto per il G8 in Canada. In molti si chiesero che ruolo ricoprisse nella delegazione italiana quella donna completamente vestita di bianco, che era presente anche alla visita del presidente del Consiglio a Panama in quello stesso anno. E pure in quell’occasione era in bianco. Alla fine, la Gagliardi risultò essere la responsabile della segreteria del segretario della Regione Lazio, allora governata da Renata Polverini. Per giustificare la sua presenza al summit di Huntaville fu spiegato che la Dama Bianca, che aveva fatto parte del comitato elettorale della Polverini, durante la campagna aveva avanzato la richiesta di partecipare ad una missione all’estero in caso di vittoria elettorale.
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