“L’emergenza educativa è una questione centrale nella vita della società. Perciò, è utile a tutti confrontarsi con l’insegnamento di don Giussani”. Il Presidente dell’Aeroporto di Salerno Costa d’Amalfi, Antonio Ilardi, ha ripercorso l’esperienza giovanile in Università (“Eravamo interessati a tutti ed a tutto, spesso in polemica con il mondo”), sottolineando l’incidenza dell’esperienza di coinvolgimento con il carisma di don Giussani “nell’ora presente, nell’attualità della storia personale”.
“Ho incontrato uno sguardo che mi ha cambiato la vita, afferrando, abbracciando e chiarendo il subbuglio che avevo dentro di me”, ha testimoniato don Eugenio Nembrini, Responsabile della comunità di CL a Roma. Nella sala i pannelli di una mostra dedicata a don Giussani, il banchetto dei libri con il testo del giornalista Savorana e soprattutto tanta gente, oltre i tradizionali “confini” del movimento a Salerno. Presente l’Arcivescovo di Salerno, Mons. Luigi Moretti, che ha portato il suo saluto: “Don Giussani contribuisce alla riqualificazione dell’esperienza della gioia”. Il 21 febbraio Mons. Moretti, nella cripta del Duomo di Salerno, che custodisce le spoglie dell’apostolo Matteo, celebrerà la messa nel decimo anniversario della morte di don Giussani.
Il 7 marzo tutto il movimento, con il successore di don Giussani alla guida di C.L., don Carron, sarà a Roma, in piazza san Pietro, per l’incontro con Papa Francesco, camminando insieme lungo le periferie della vita personale e della storia. “Primerea”, ha detto il presidente di “Cara beltà”, Aniello Landi, moderatore dell’incontro, è l’espressione di Papa Francesco che ben sintetizza l’esperienza del carisma di don Giussani: qualcosa in cui ci si imbatte, uno sguardo che viene prima, che sempre sorprende. Da Salerno un itinerario dentro la “teologia dello sguardo”.
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