“A poche settimane dal voto, il presidente uscente della Regione Campania, Stefano Caldoro, continua a non rispondere alla doverosa domanda se si ricandida o meno. E si rifiuta arrogantemente di spiegare in trasparenza quali sono i motivi delle sue incertezze.
Tutto questo avviene mentre in Consiglio Regionale – aggiunge – lo stesso Caldoro tenta di far approvare una modifica della legge elettorale che oggettivamente lo favorirebbe nelle trattative in corso per le alleanze. Questo modo di fare dice esattamente qual è la considerazione che Caldoro ha della dialettica e del confronto democratico e qual è la sua concezione del governare”, spiega.
“È del tutto evidente, lo capisce anche la persona politicamente più ingenua, che c’è una correlazione tra la reticenza di Caldoro sulla sua ricandidatura e il suo scellerato tentativo, a fine legislatura – continua – di modifica della legge elettorale. Anche il motivo accampato di questa iniziativa, evitare la frammentazione, è assolutamente pretestuoso: lo dimostra proprio l’esperienza del gruppo regionale del Pdl, letteralmente sbriciolatosi in questi cinque anni, a dispetto dei grandi consensi raccolti nel 2010. Del resto, la tenuta di una maggioranza è determinata dalla forza politica dei suoi vertici e dalla qualità dell’azione di governo: quelle che Caldoro non ha mai avuto”, conclude Paolucci.
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