“Già il 24 gennaio – spiega il primo cittadino – c’è stato un tentativo responsabile da parte del Comune di Ravello e della Provincia di Salerno di cercare una linea condivisa rispetto alla governance della Fondazione. La giornata odierna, dopo la riunione del 31 gennaio, è stata dichiarata illegittima dal presidente Renato Brunetta.
I consiglieri d’indirizzo, regolarmente convocati e riuniti, hanno ritenuto, invece, che non sussistessero i profili di illegittimità e pertanto hanno proceduto alla elezione. Il mio primo intento sin da adesso è quello raggiungere una condivisione e che si chiariscano quei dubbi e quelle posizioni divergenti non auspicabili per il nostro territorio. Io interpreto questa elezione come un momento di servizio fin quando non si riuscirà a trovare una comune visione sulla governance della Fondazione”. Prima dell’elezione, Renato Brunetta aveva chiesto “una nuova seduta di Consiglio di indirizzo da indire in tempi rapidi”.
“Urge – si legge nel verbale a firma di Brunetta, in qualità di presidente – ripristinare le condizioni di legittimità in un percorso che per quattro anni dovrà garantire la piena stabilità e legalità delle attività degli organi”. Nessun riferimento alla elezione del sindaco a presidente dal momento che “esaurita la parte formale, il presidente Brunetta ed il segretario generale della Fondazione Ravello, Secondo Amalfitano, si sono allontanati dalla sede”. Nei giorni scorsi lo stesso presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro era intervenuto con una nota.
“La proposta di mutare l’attuale governance, oltre a risultare incoerente con i precedenti impegni, suscettibile di pregiudicare il compimento della predetta strategia, nonché di dubbia legittimità ed opportunità se riferita ad un esponente degli organi di governo dei soci fondatori, appare, peraltro, funzionale ad una diversa impostazione progettuale, non condivisa da questa Regione. Ove confermata, la proposta indurrebbe la Regione a recedere dallo status di socio fondatore della Fondazione Ravello e a riconsiderare le proprie scelte strategiche in materia di valorizzazione e promozione culturale”. A parere del segretario generale Amalfitano “la politica non è mai stata protagonista nella Fondazione Ravello, da Bassolino a Caldoro, da Brunetta a Realacci. Mai una conta, mai numeri ma solo sostanza, cultura e progetti. Oggi si discute di altro”.