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No al pignoramento degli animali domestici: petizione on line #giulezampe

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Parte oggi #giùlezampe, la petizione online per dire no al pignoramento degli animali domestici. Una paura di tanti – in poche ore, sul sito change.org – quasi 2000 persone hanno firmato la petizione promossa da Tessa Gelisio con il patrocinio della Lega Nazionale del Cane. Una possibilità, quella di vedersi pignorare il proprio animale domestico, reale perché il codice italiano nonostante le tutele contro l’abbandono e il maltrattamento, per quanto attiene al furto e al pignoramento, continua a trattare gli animali alla stregua di televisori, tostapane e biciclette. E va detto, oltretutto, che – con il perdurare della crisi –  non si tratta di un’ipotesi tanto astratta: in Italia infatti i pignoramenti sono cresciuti fino ad arrivare a 5.500 in un anno, aumento registrato anche nel 2014. In base alle stime, alla fine di dicembre hanno raggiunto quota 52.606, ovvero l’11,6% in più rispetto al 2013.

Non solo case ed automobili nell’elenco dei beni “oggetto di pignoramento”, ma in Italia anche cani, gatti e furetti rischiano di andare all’asta come un televisore, differentemente da quanto avviene in Austria e in Germania dove gli animali domestici sono beni impignorabili.

Nonostante i passi avanti fatti nella tutela dei nostri amici a quattro zampe[1], all’atto pratico la legge italiana continua a considerare gli animali da compagnia come “cose”, ignorando la dimensione affettiva dell’animale e del padrone e il rapporto che li lega. Tessa Gelisio – ambientalista e blogger di Ecocentrica.tv, storico volto di Pianeta Mare e conduttrice di Cotto e Mangiato – chiama all’azione gli oltre 25 milioni di Italiani che vivono con un animale domestico e rischiano di perderlo per sempre a causa di un pignoramento e lancia la petizione #giulezampe per chiedere al Governo in particolar modo al Presidente Renzi di non considerare più gli animali domestici come semplici oggetti e, per questo, pignorabili o sequestrabili.

Per il codice italiano un cane o un gatto può essere pignorato o sequestrato esattamente come un qualunque altro bene e il suo furto viene punito esattamente come quello di qualsiasi altro oggetto.

E va detto – con il perdurare della crisi – che non si tratta di un’ipotesi astratta. In Italia sono cresciuti i pignoramenti (sono quasi 5.500 in un anno), aumento registrato anche nel 2014[2]. In base alle stime, alla fine di dicembre hanno raggiunto quota 52.606, ovvero l’11,6% in più rispetto al 2013.

“Gli animali domestici – dichiara Tessa Gelisio – sono veri e propri membri della famiglia. Le loro esigenze e l’affetto che li lega ai loro padroni devono essere rispettati. Nel nostro ordinamento è possibile che gli animali domestici possano essere pignorati e messi all’asta. I nostri amici a quattro zampe rischiano, così, di finire nelle mani di chiunque, esattamente come succede per l’auto, la casa o qualunque altro oggetto. Con la petizione #giulezampe su change.orgchiediamo al Governo italiano e ai legislatori di riconsiderare il valore degli animali domestici nel contesto del codice civile e penale con specifiche leggi che li distinguano chiaramente dalle proprietà sequestrabili e pignorabili. Un concetto di civiltà che Paesi come l’Austria e la Germania hanno già fatto proprio, affermando con legge, testualmente che gli animali non sono cose e che dunque non sono pignorabili.”

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