Dunque, non si porrebbe la questione dell’esecutività della delibera comunale (dieci giorni a norma di legge). Se così fosse, il verbale di seduta del consiglio potrà essere inserita subito nel faldone in partenza per Roma, destinazione ministero dell’Interno. Tra quei documenti, ci sono anche la sentenza di secondo grado e la relazione della Prefettura sulla decadenza di De Luca. Dopodiché, il Viminale potrebbe impiegare quattro cinque giorni al massimo per decidere se scioglier eil consiglio e mandare Salerno al voto già a maggio oppure scapolare la data del 24 febbraio e rinviare il voto alla scadenza naturale del mandato: cioè, primavera 2016. Secondo alcuni, quest’ultima opzione sarebbe quella più saggia, poiché pende il ricorso in Cassazione contro la decadenza del sindaco De Luca. In caso di annullamento della sentenza e di voto a maggio, Salerno potrebbe ritrovarsi paradossalmente con due sindaci in carica e legittimamente eletti. Una bella matassa che toccherebbe al governo districare.
Fonte LIRATV
“La Prefettura – spiega all’ANSA il presidente del consiglio comunale Antonio D’Alessio – ha chiesto con immediatezza di notificare la sentenza del tribunale a tutti i consiglieri e di convocare così un Consiglio comunale che avesse semplicemente la funzione di informare tutto il consiglio della sentenza della Corte di Appello. La prefettura ci aveva chiesto di organizzarci in tempi rapidi, cosa che noi abbiamo fatto, rispettando i termini richiesti. Noi dobbiamo solo prendere atto di questa sentenza. La Prefettura – rimarca il presidente dell’assemblea – vuole da noi il verbale di presa d’atto che, una volta inviato in Prefettura, sarà poi inoltrato a sua volta al ministero dell’Interno che deciderà se le elezioni saranno a maggio 2015 o in altra data. Ed è una decisione esula dalla volontà del consiglio comunale. La presa d’atto che noi compiremo venerdì non è costitutiva di un nuovo stato giuridico dell’amministrazione comunale. Esiste già un vice sindaco e gli scenari non cambieranno”.