Nella Interrogazione, che ha come primi firmatari Enrico Borghi e Tino Iannuzzi, rispettivamente Capogruppo PD e Vice- Presidente della Commissione Ambiente, si evidenzia che Poste Italiane Spa riceve significativi contributi da parte dello Stato nell’ambito della legge di Stabilità’, proprio per consentire agli uffici postali periferici di garantire l’erogazione dei servizi postali essenziali.
Inoltre il Presidente dell’Autorita’ per le Garanzie nelle Comunicazione ha in più’ occasioni ricordato che l’Autority con apposita deliberazione ha stabilito specifici divieti di chiusura degli uffici postali, ricadenti in aree disagiate, remote e svantaggiate, al fine proprio di assicurare in tali zone “la fruizione del servizio anche a fronte di volumi di traffico molto bassi e di alti costi di esercizio”.
Ciononostante il piano di riorganizzazione previsto dalla Società’ Poste Italiane prevederebbe, a livello nazionale, la chiusura di 455 Uffici Postali e la riduzione degli orari di apertura in ben 608 uffici.
Poste Italiane non può sacrificare o ignorare esigenze primarie della collettività, chiudendo o ridimensionando uffici che, in base a criteri freddamente aritmetici e a meri calcoli economici sono considerati “improduttivi” o “diseconomici”, senza considerare affatto – come invece e’ necessario- che essi rappresentano un punto di riferimento fondamentale per i cittadini e per la vita e le attività’ dei Piccoli Comuni. I servizi postali, in particolare per le famiglie e le imprese, sono essenziali ed indispensabili per il presidio del territorio e la tutela dei servizi essenziali. Il Ministro dello Sviluppo Economico deve attivarsi, pertanto, per assicurare il rispetto dei deliberati dell’Autorita’ delle Comunicazioni e per scongiurare che decisioni unilaterali assunte da Poste Italiane Spa arrechino pesanti e gravi disagi ai cittadini, così’ come accadrebbe anche in tanti Comuni della nostra Provincia.