La Gatta Sul Tetto Che Scotta
di Tennesse Williams
regia Arturo Cirillo
Il testo teatrale di “La gatta sul tetto che scotta” nel 1955 fece conquistare all’autore Williams il secondo premio Pulitzer ( il primo lo aveva già conquistato nel 1948 con “Un treno che si chiama desiderio”) e narra la storia di una donna, Maggie, che per alleviare la cocente situazione familiare in cui si trova, imbastisce una rete di bugie. Di bassa estrazione sociale, Maggie la gatta, innamorata del marito, ex sportivo ed attualmente infortunato ad una caviglia, teme di dover lasciare lui e la casa, se non riesce a dare alla famiglia di lui un erede. Interamente ambientato nella loro camera da letto, tra giochi passionali e abili caratterizzazioni, guidate con mano sicura dal regista Arturo Cirillo, affiorano a poco a poco tra Brick e Maggie sensualità cariche di sottintesi e di contenuti inespressi o inesprimibili; all’ideale purezza dei sentimenti si contrappone la dura realtà di un mondo familiare e sociale pieno di ipocrisie.
Ne “La gatta sul tetto che scotta” , spiega il regista Arturo Cirillo , si concentra in un unico spazio temporale e fisico l’ossessione di un’idea di amore impossibile, perché troppe sono le rinunce di una famiglia dedita al successo e ai soldi, alla proprietà, in cui la vita appartiene a chi la sa comprare e a chi la vive secondo la più bieca convenzione. Sotto, nascosto da qualche parte ma che scalpita e brucia, c’è il sogno, di due uomini che si innamorano, di una donna che fugge dalla povertà della sua infanzia, di un dispotico e misogino padre imprenditore, fattosi tutto da se, che scopre davanti all’ipotesi della propria morte una fragilità ed una tenerezza per il figlio alcolizzato, sportivo fallito. Ma anche il sogno della moglie di lui, donna abituata a fare di se stessa la rappresentazione vivente di una bugia ma che alla fine non potrà che farsi abitare dalla propria infelicità.
Accanto ai due protagonisti Vittoria Puccini e Vinicio Marchioni, saliranno sul palcoscenico una compagnia di ottimi attori formata da Paolo Musio, Franca Penone, Salvatore Caruso, Clio Cipolletta e Francesco Petruzzelli. Le scene sono di Dario Gessati, costumi di Gianluca Falaschi, luci di Pasquale Mari, musiche di Francesco de Melis.
In programmazione 19-22 Febbraio
Teatro delle Arti – Via Guerino Grimaldi, 7 Tel. 089 221807
Un Uomo Medio
Di Claudio Tortora
Il soggetto della piece è certamente riconoscibile nel protagonista che vive tutta l’inquietudine dell’uomo legato ancora con un filo alle tradizioni classiche degli -60 ma attento al nuovo che avanza. Insomma non si può definire retrò ma neanche futurista ,un anticonformista con un sano desiderio di preservare quantomeno alcune regole?Forse si forse no.. Un uomo possessivo nei confronti di tutto quanto lo circonda,in casa,nel lavoro,persino nel divertimento e negli hobbies. Teme la solitudine e con essa il silenzio che mentre lo sconvolge,d’improvviso lo affascina. Un uomo che cerca di stare sempre nel mezzo delle cose.Può per questo essere considerato un uomo medio? Certamente no perché se no confonderemo la centralità con la mediocrità .
In programmazione 14-15 Febbraio
Teatro Ridotto – Via Guerino Grimaldi, 1 Tel. 089 23 39 98
Visti Da Est
di Luca Koblas
Vizi e virtù della nostra Penisola, sotto la lente d’ingrandimento della satira e del paradosso, visti attraverso gli occhi di uno straniero proveniente dall’est Europa, e di un veneziano trasferitosi nella metropoli milanese in cerca d’impiego. Con una crisi economica in corso e una classe politica incapace di provvedervi ma abilissima a gestire vizi personali; in un ambiente in cui i pellegrinaggi nei luoghi di stragi familiari hanno ormai occupato il posto di quelli a San Giovanni Rotondo; nella quotidianità di un’Italia che cambia, di un paese ormai multietnico ma poco incline all’accoglienza e all’integrazione.
In programmazione 21-22 Febbraio
Teatro Ghirelli – Via Lungoirno Tel.800188958
L’Anima Buona Di Lucignolo
di Claudio B. Lauri
L’anima Buona di Lucignolo incrocia la storia di un vecchio domatore, un ormai sfinito donchisciotte, con quella di Pinocchio e del suo amico Lucignolo trasformati in asini e venduti al circo da un ambiguo “omino di burro”.
Un circo in rovina, nel cui ventre scuro, in un’atmosfera rarefatta da musical primo novecentesco, il Vecchio Direttore canta al ritmo di jazz. Canta di animali morenti, di ciuchini volanti, Pinocchio e Lucignolo, che furono fratelli di sangue e rivali in amore, quel demone che semina discordie e arma gli eserciti. Pinocchio resta però sullo sfondo di questa favola noir, popolata dal mellifluo Omino di Burro e da Lucignolo, étoile del circo, protagonista di uno spin-off rischiarato appena dal torpore tetro delle lampadine al tungsteno, eco dello splendore di un tempo, memoria e rabbia per un inganno mai sopito. Le macerie del circo altro non sono che lo scenario ideale dove preparare una resa dei conti, che arriva fatale e puntuale a coronare un rito di iniziazione puberale mancato, nato sotto una falsa fede, una sorta di onolatria viscerale, dove la tracotanza acceca tutti ma dove tutti perdono. “Il talento, quello autentico, non avrà più peso nel giudizio di questo pubblico. Mai più! Neppure per il sangue che hai versato su questa arena, ormai secco, ormai inodore, tu otterrai il legittimo ricordo, la giusta considerazione, la meritata ovazione di un tempo” (Il Direttore del Circo Morente).
In programmazione 19-22 Febbraio
Teatro Nuovo – Via Valerio Laspro, 8/C Tel.089 220886
Soliloquy
Di Resexstensa
Soliloquy! nasce da uno studio sui peccati capitali e sugli automatismi superficiali e vuoti che essi generano.
In una esistenza automatica, bambole vere o indotte inseguono l’umanità e anelano a sensazioni umane. Disposte a peccare, a vacuamente mimare luoghi comuni pur di essere. Attraverso vari attributi, dai peccati alle scoperte del corpo sotto gli elementi superficiali, lentamente cercano la percezione di sé stesse, e una “carne” umana
Il pezzo nasce da studi fatti durante il laboratorio con Josef Nadj all’interno dell’Accademia Isola Danza, La Biennale di Venezia, 2002. Con anteprime a Vienna, Kongsberg (Norvegia) e al Teatro di Brema, il debutto è stato al Teatro Kismet di Bari a gennaio 2004. Nel settembre 2004 è stato spettacolo inaugurale per l’apertura di Dansens Hus, Oslo, centro nazionale per la danza contemporanea, Norvegia.
E’ prodotto col sostegno di Teatro Kismet Opera, Bari, e Teatro Rossini, Gioia del Colle (BA), ed è stato ospite di Urs Dietrich, Teatro di Brema, per un periodo di produzione.
Gode del patrocinio della Regione Puglia
In programmazione 15 Febbraio
Teatro Arbostella – Viale Verdi Parco Arbostella Tel.0893867440
Ma ‘O Pate… Chi E’?
DI Gli Ignoti
Dopo il successo di pubblico e di critica per lo spettacolo della Compagnia Comica Salernitana dal titolo “Io, isso e essa” cambio di scena al Teatro Arbostella di Salerno dove per i prossimi tre week-end calcherà il palco della struttura di Viale Verdi la blasonata ed esperta Compagnia partenopea degli Ignoti, uno dei gruppi di spicco presente ormai da anni nel cartellone della Rassegna di Teatro Amatoriale che ogni inverno viene rappresentata all’Arbostella. Nel variegato panorama che offre il teatro popolare napoletano Gli Ignoti questa volta metteranno in scena, nella loro tournèe salernitana, un testo brillante dal titolo “Ma ‘o pate… chi e?” nato da un idea di Carmela De Luise che da un racconto popolano ne ha ricavato un testo teatrale.
Questa farsa, oltre ad avere un’eccezionale freschezza e verve comica, tende a sottolineare alcuni aspetti negativi della vita quali: l’ipocrisia, i falsi pudori, i pregiudizi, l’opportunismo, ma soprattutto l’insensibilità umana nei confronti di una vita nata dal “peccato”, il tutto con la schiettezza e travolgente ironia partenopea. Il tutto sarà nelle mani o meglio nelle parole e movenze della prima donna di Compagnia ovvero la poliedrica attrice Patrizia Pozzi alla quale faranno da corollario la spontaneità di Tonino Addati, la caratterizzazione di Marino Gennarelli, al quale è affidata la regia, la vivacità di Piero Belusci senza tralasciare gli altri 11 componenti che regaleranno al pubblico, come sempre hanno fatto spensieratezza e ilarità non facendo mancare spunti di riflessione sui mali della società.
In programmazione dal 14 Febbraio – 1 Marzo
Piccolo Teatro del Giullare – Via Matteo Incagliati Tel.089220261
Scherzi Di Cechov
Regia di ENZO MARANGELO
Gli atti unici di Čechov sono legati per lo più alla produzione letteraria. I danni del tabacco, L’orso e La domanda di matrimonio furono scritti invece solo per il teatro e appartengono al genere dei vaudevilles. Ebbero subito un grandissimo successo. Nessuna incertezza come per Ivanov o per Il gabbiano. Čechov li scriveva con facilità, ma non per questo li considerava di second’ordine. In essi, da lui definiti ‘scherzi’, è rappresentata l’ipocrisia dei possidenti terrieri della Russia di fine ‘800: microscopiche passioncelle trovano spazio in ridicole dilatazioni fisiche; grettezze quotidiane assumono la maschera del grottesco. Per la messa in scena di Scherzi di Čechov mi sono ispirato alle Lettere sul teatro di Leonid Andreev che definiva Čechov “panpsicologo” e scriveva: «Se spesso in Tolstoj animato è soltanto il corpo dell’uomo, se Dostoevskij è dedito esclusivamente all’anima, Čechov animava tutto ciò che sfiorava con l’occhio; il suo paesaggio non è meno psicologico degli uomini; i suoi uomini non sono più psicologici delle nuvole, delle pietre, delle sedie, dei bicchieri e degli appartamenti; […] Recitare Čechov sulla scena non devono soltanto le persone ma anche le cose». Trofei di caccia, specchi cavi, forconi, campane di vetro, samovar, poltrone, rastrelli, orologi a pendolo e calici si animano in un salotto di terra. I corpi degli attori si dilatano fino ad attenuare i confini tra gli esseri e tra gli esseri e le cose.
Enzo Marangelo
In programmazione dal 14 Febbraio – 1 Marzo
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A Cura Di Ciro Casella