Ad affermarlo sono gli esperti dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), riuniti a Roma in un convegno per fare il punto sull’avanzamento di questo nuovo settore nella lotta ai tumori.
Il melanoma ha rappresentato il modello per la prima applicazione dei farmaci immunoterapici ed oggi la molecola già in uso ipilimumab ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza a lungo termine nel melanoma in fase avanzata, tanto che nel 20% dei pazienti rende la malattia cronica, con sopravvivenza a dieci anni dalla diagnosi.
Ora questo approccio che gli oncologi definiscono ”rivoluzionario” si sta estendendo a molti tipi di tumore, come quelli del polmone e del rene, con risultati soddisfacenti e in alcuni casi ”superiori” alla chemioterapia. E i pazienti conoscono l’importanza della nuova arma: infatti oltre il 90% dei pazienti con melanoma in trattamento dà una definizione appropriata di farmaco immuno-oncologico e l”80% ritiene che queste terapie siano efficaci e più tollerate rispetto agli altri trattamenti anti-cancro, mentre il 98% è consapevole che possano presentare effetti collaterali, ma diversi dalla chemioterapia.
A dirlo sono i risultati di un sondaggio promosso dall’Aiom tra pazienti e medici. “Grazie al suo meccanismo d’azione, questo approccio terapeutico innovativo riesce a limitare e fermare la malattia per un lungo periodo – spiega il presidente Aiom Carmine Pinto -. Oggi il 70% degli oncologi utilizza l’immunoterapia nella cura del melanoma e grazie allo sviluppo di questi farmaci nei prossimi cinque anni si otterrà un miglioramento significativo nel trattamento di molti tumori e nella sopravvivenza dei pazienti. Siamo di fronte – conclude – a un approccio rivoluzionario nel trattare il cancro, che si affianca a quelli tradizionali della chirurgia, radioterapia e chemioterapia”.
Fonte ANSA