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Il bando per la Capitale italiana della Cultura: intuizione di Ravello Lab

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Il bando per il titolo a Capitale italiana della Cultura per gli anni 2016 e 2017 promosso dal MIBACT rappresenta per RAVELLO LAB la conferma di una giusta intuizione. Già nel corso dell’edizione  2009 maturò un’approfondita riflessione in proposito culminata poi nelle ‘Raccomandazioni’ che, come d’abitudine, vengono elaborate  al termine dei lavori. La sessione sulle politiche culturali, aveva infatti proposto l’introduzione di una misura ispirata all’Azione UE “Capitale Europea della Cultura”, sul presupposto che da esse emergesse la positività di un modello di pianificazione strategica dello sviluppo urbano basato su un progetto culturale. Naturalmente il documento conclusivo di Ravello Lab rimarcava l’esigenza  di integrare  altre dimensioni di intervento, dalle infrastrutture alla mobilità, dalla riconversione di spazi industriali dismessi all’intervento sulle periferie, attraverso attività centrate sulla cultura e coinvolgendo attivamente la società civile.

Si tratta in sostanza di incrociare gli eventi e le produzioni culturali con i processi di rigenerazione urbana e con lo sviluppo delle industrie culturali e creative. In questa direzione si è mosso il disegno di legge presentato al Senato il 21/12/2011 (n. 3068) dall’On. Alfonso Andria, Presidente del Centro Universitario per i Beni Culturali (che, insieme con Federculture, promuove annualmente i Colloqui di Ravello), e nella legislatura in corso riproposto,  su richiesta dello stesso redattore, dall’On. Andrea Marcucci, Presidente della Commissione Cultura del Senato. “La capitale italiana della cultura – dichiara Alfonso Andria -, al di là delle città che si fregeranno del titolo per gli anni 2016 e 2017, ha il pregio di introdurre un metodo di pianificazione strategica a base culturale che può rappresentare un reale percorso innovativo per lo sviluppo dei nostri territori”.

 

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