“Esprimo sconcerto ed amarezza per l’intera vicenda, e soprattutto per le condizioni in cui il nuovo consiglio di indirizzo della Fondazione Ravello si è trovato ad operare, costretto a ritornare più e più volte sulla legittimità di procedure, indiscutibilmente legittime, e su decisioni ritualmente prese, piuttosto che dedicarsi all’attività culturale e artistica che sono la sua mission. Non posso consentire oltre che i consiglieri di indirizzo, che hanno sempre assicurato la loro presenza, con passione e dedizione, vengano continuamente sviliti nello svolgere il ruolo a cui sono stati chiamati. Con le mie dimissioni spero di potere porre fine a questa assurda storia, e che si possa entro breve tempo ritornare in cdi per l’elezione del nuovo presidente”.
Così il sindaco di Ravello, Paolo Vuilleumier, che nella serata di sabato ha rassegnato le sue dimissioni da presidente della Fondazione Ravello, al termine della seduta del consiglio di indirizzo convocata nei giorni scorsi. “Oggi il collegio dei revisori dei conti, nell’impossibilità di poter ricostruire la legittimità delle decisioni assunte sino ad oggi, per la mancata trascrizione dei verbali relativi, ha comunicato che, nella perdurante inerzia nella convocazione del nuovo cdi, vi provvederà lo stesso collegio – ha spiegato Vuilleumier – Le mie dimissioni da presidente rappresentano l’estremo tentativo di porre fine ad un gioco delle parti che nulla ha a che vedere con il bene ed il futuro della Fondazione Ravello”.
“Nell’interesse della città di Ravello avevo accettato la designazione a presidente della Fondazione, con l’intenzione di riportare a unità e condivisione le scelte dei soci, e onde evitare la minacciata situazione di stallo della Fondazione, dal punto di vista programmatico ed economico – ha concluso Vuilleumier – Purtroppo non vi è stata la volontà di sedersi ad un tavolo per ricercare soluzioni, né si è pensato a salvaguardare l’immagine di Ravello e il bene della Fondazione. In questa azione mi sono trovato solo. Negli ultimi giorni si sono succedute aggressioni verbali e inauditi attacchi personali, mentre nella Fondazione è di volta in volta aumentato il livello delle questioni sollevate e gli intralci alla sua operatività”.
Una cosa mi ha sempre incuriosito : Ma che c… c’entra Brunetta con la
Fondazione Ravello, un personaggio che del Sud ha sempre detto peste e corna, e che mi pare Ravello ha anche dato la cittadinanza onoraria (su suggerimento di qualche amico interessato) per quali meriti poi? ( Boh!) Scusate l’ignoranza, ma da quando tempo fa lessi
la notizia io a Ravello non ho messo più piede, spero di poterci ritornare senza dovermene vergognare.
Caro Sindaco ha fatto malissimo a dimettersi, contro questi personaggi, bisogna combattere e mai arrendersi, a maggior ragione per Lei che essendo eletto con una lista civica non deve rispondere a padroni o padrini di partito e l’occasione per noi campani è far si che alla Regione alle prossime elezioni sia eletto qualcuno che faccia in modo di non essere “MAI PIU’ ULTIMI” .
Sig. Tocci…
Brunetta a parte, credo che lei faticherà non poco nella sua vita a non essere Ultimo e di certo non sarà mai il primo.
Non sarà il primo a discorrere di temi che non conosce e di una città come Ravello, la mia Ravello che mi creda, continuerà volentieri a fare a meno della sua presenza.
Fondazione Ravello è un momento alto in termini culturali e può, viste le aspettative plurime, vivere di momenti di confronto dialettico forte in relazione alla strategia di gestione delle attività da sviluppare. La sua critica sterile è fuori luogo e quantomai influenzata da vassallaggi da deriva autoritaria che solo la città di Salerno può immagine di dar credito.
Ma si informi, il motto è cambiato, per i falsi Maradona come lei sarà Per sempre ultimi!”
Ad essere il primo non mi è mai interessato, ma vedo dalla piccata risposta che ho colto ne segno, e poiché parla di cultura la stessa presuppone che chi se ne paluda abbia anche il coraggio di firmarsi.
Certo la mia mancata presenza a Ravello non porterà danno, ma comunque per me (e non solo, mi creda) resta un simbolo.
Che la Fondazione Ravello sia un momento alto in termini culturali nessuno lo nega, quello che mi indispone che a capo della stessa si debba andare a cercare fuori quello che già abbiamo in casa e di molto più alto valore in termini culturali.
In quanto a vassallaggio, da quanto capisco Lei insegna per cui non mi dilungo.
Con stima.