Ormai molti di essi non sono più in grado di comprare le medicine per curarsi, ne tanto meno in molti casi poter acquistare i generi alimentari di cui hanno bisogno. La situazione è insostenibile. Troppi pensionati, in particolare donne, sono costretti a vivere con risorse insufficienti a soddisfare le più elementari esigenze di vita (alimentazione, salute, abitazione, abbigliamento). Nella nostra provincia la situazione non è ancora esplosa grazie alla tenuta delle reti informali e familiari e perché i pensionati – molti dei quali sostengono anche le famiglie dei figli cassintegrati o disoccupati – stanno dando fondo ai loro ultimi risparmi”, ha detto Giovanni Dell’Isola, segretario generale della Fnp Cisl provinciale.
Nel dettaglio, se la passa davvero male chi vive con la pensione dell’Inps. Il 62,2% della popolazione della provincia, infatti, vive con meno di 500 euro, mentre solo il 31,1% arriva a 1000 euro. Pochi invece i fortunati che raggiungono 1500 euro (4,2%), 2000 euro (1,6%) o superano i 2000 euro (1%).
Meglio sta, invece, chi riceve la pensione Inpdap. Il 4,1% non supera i 500 euro, mentre il 18,2% vive con poco più di 1000 euro. Il 31%, invece, oscilla tra i 1000 e 1500 euro e il 22,2 % tocca quota 2000 euro. Superano i 4 milioni del vecchio conio il 24,5%.
Dati che fanno paura come, secondo la Cisl Fnp, a far spavento è l’assordante silenzio della politica, locale, nazionale e regionale, e il forte stato di disagio in cui si trovano i pensionati, che si impoveriscono ogni giorno di più per il blocco della rivalutazione delle pensioni in atto dal 1993 per la mancata applicazione della legge 503 del 1992 e che nella provincia di Salerno hanno spinto più del 50% dei pensionati nell’indigenza più assoluta con pensioni al di sotto dei 500 euro.
“Tutto ciò accadeva mentre gli scandalosi vitalizi e le ricche pensioni d’oro non sono stati per niente scalfiti. Serve Ripristinare l’indicizzazione delle pensioni, anche superiori a tre volte il minimo, a partire dal prossimo anno. Approvare e finanziare il fondo per la non autosufficienza, per garantire omogeneità territoriale, rivedere il sistema fiscale riducendo il carico su pensionati e lavoratori dipendenti, rimodulando le aliquote Irpef e individuando soluzioni per il problema degli incapienti”, ha sottolineato Dell’Isola.
Proprio per questo la Fnp sostiene fortemente la proposta di legge di iniziativa popolare lanciata dalla Cisl, che consentirebbe un riequilibrio dei carichi fiscali a partire dall’assurda discriminazione della No Tax Area per cui i pensionati sono esenti fino a 7500 euro mentre i lavoratori dipendenti sono esenti fino a 8000 euro. E’, dunque, il processo di rottamazione che continua a penalizzare i pensionati e gli anziani e le fasce più deboli della popolazione. Infine, la stoccata sulla paventata chiusura dei centri di riabilitazione a fine ottobre: “Sarebbe il collasso per tutti. Un fallimento che non possiamo permetterci”, ha concluso Dell’Isola.