Sono previste tre differenti tipologie di Unità complesse di cure primarie, Uccp: a sede unica (modello metropolitano) con una popolazione non superiore a 30 mila abitanti e con almeno 20 medici di Medicina generale; in rete (modello rurale e montano, a bassa densità abitativa) con almeno 5 mila assistiti e 10 medici; sistema ‘hub and spoke’ (modello sub-urbano), con meno di 15mila assistiti e 15 medici. Per le Uccp saranno utilizzate strutture dismesse delle Asl e i principali investimenti sono legati soprattutto sul personale.
La nascita di queste unità permetterà di eliminare le attese ai pronto soccorso perché i pazienti ‘meno gravi’ (ossia codici bianchi e verdi) potranno rivolgersi a queste strutture. Con il nuovo sistema di cure territoriali, sarà possibile garantire la co ti unità dell’assistenza è una integrazione tra ospedale e territorio, la gestione integrata dei pazienti attraverso i percorsi assistenziali diagnostico-terapeutici e l’integrazione tra sociale e sanitario.
Le Unità complesse di cura consentiranno, inoltre, di potenziare l’assistenza domiciliare e sarà possibile attivare gli Ospedali di Comunità che permetteranno di ricoverare i pazienti dimessi dagli ospedali, ma che non possono rientrare nelle loro famiglie per la difficoltà di avere la giusta assistenza.
”Una riforma strutturale, non un provvedimento singolo”. Il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, parla così della riorganizzazione della rete delle cure primarie sul territorio, presentata oggi insieme con gli Ordini dei medici delle 5 province regionali. ”Un presidio sanitario sul territorio – dice – e ci saranno degli effetti immediati sulle liste d’attesa e il rafforzamento delle cure domiciliari”. Soprattutto la riorganizzazione della rete delle cure primarie territoriali ”non avverrà senza risorse”. ”Con un anno di anticipo la Regione Campania ha chiuso in ordine i propri bilanci relativi al piano di rientro – sottolinea – e quell’avanzo certificato lo utilizziamo per investire nel sistema sanitario”.
”Il territorio è l’altra grande gamba fondamentale per la prevenzione, per fare buona sanità e dire al cittadino-paziente – sottolinea – che può rivolgersi a queste strutture quando non è necessario l’ospedale. Sappiamo che oltre il 60% di coloro che vanno in ospedale sono codici bianchi o verdi, possono fare riferimento a queste nuove strutture”. La decisione di avviare la riforma della medicina di base ”è stata discussa con gli attori che operano sul territorio”.
Al momento i ”protagonisti”, come li definisce il governatore, ”saranno i medici di famiglia”, poi, ”a regime, toccherà ai pediatri di libera scelta e gli specialisti”. ”Partiamo subito e siamo anche i primi che concludono questa grande riforma legata alla medicina di base. E’ una grande offerta sanitaria – conclude – con la quale il cittadino potrà avere servizi senza necessariamente recarsi in ospedale”.
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