Le necessità dei nuclei familiari, non solo senza lavoro, ma anche monoreddito stanno crescendo a dismisura. Soprattutto per quei nuclei familiari con più di due figli. In questi casi le situazioni di criticità sono davvero alte”. I 16 centri di ascolto regionali, dislocati in altrettante diocesi della Campania, hanno accolto nell’ultimo anno 10.543 utenti, esponenti di famiglie o gruppi familiari che hanno permesso di portare sostegno ad oltre 39mila persone. Altro dato importante evidenziato dal dossier, termometro del livello di povertà regionale da dieci anni, sono le situazioni di povertà in cui si trova la fascia dei 50enni, il 28,1%, il più alto dato nella suddivisione per fasce di età. “Un vero e proprio dramma, – viene definito da Grassini – sono soprattutto uomini che si trovano improvvisamente disoccupati e non hanno la possibilità di ricollocarsi. Spesso è un problema psicologico anche difficile da sostenere”.
Altro aspetto dell’analisi riguarda le famiglie: negli anni passati il sostegno veniva chiesto da nuclei in via di formazione, oggi, invece, in difficoltà, sono famiglie già consolidate con figli in età scolastica. E ancora nella divisione tra generi, più poveri gli uomini che le donne, soprattutto i divorziati che non riescono a fronteggiare le spese della doppia famiglia. Altro dato che emerge riguarda il PIL, la Campania a fronte della media nazionale pari a 25.454,80, presenta una media di 16.291,90, che la colloca al penultimo posto tra le regioni di Italia, superando la sola Calabria.