Certo, non bisogna andare mai oltre misura prima, ma qui deve fare attenzione chi comanda. E la Salernitana da questo punto di vista sta in buone mani, fidatevi. Menico è freddo fuori ma dentro sa che il derby è importantissimo, sa che è una gara fondamentale. Lui sa tirare il meglio dai propri uomini. Perchè questa con il Benevento è una partita per uomini prima ancora che per calciatori”.
Nonostante l’emergenza in vari reparti, Mazzone non consiglia nulla a Menichini: “Niente, perchè non c’è nulla da consigliare. La tattica è il pane dei poveri, dunque per questo tipo di gara non conta. La tecnica è invece il pane dei ricchi e voi conoscete meglio di me le qualità dei giocatori di Salernitana e Benevento”.
Mazzone fa il tifo per la Salernitana: “Io sto sempre dalla parte di chi ne ha più bisogno. E allora sto un po’ più dalla parte granata. Forza Leo, forza Salernitana. E poi l’Arechi è uno stadio meraviglioso, merita la A”.
Poi sui due allenatori dice: Menico è quello che ha vissuto di più al mio fianco. Sia lui che Fabio erano grandi professionisti ed ottimi calciatori anche se in ruoli diversi. Leo era arcigno, un martello; Fabio una spugna ma più istrione, magari era il ruolo. Conservo ricordi positivi degli uomini ancor prima che dei calciatori. Menico più loquace, col gusto pure della battuta ma sempre educata: un mezzo toscano. Fabio più chiuso. Bisognerebbe stare negli spogliatoi e vedere cosa succede quando hanno il gruppo davanti. E’ questo quello che conta, è lì che si semina e poi si raccoglie.
Ai miei collaboratori ripetevo fino a sfinirli: noi dobbiamo allenare l’uomo, lasciamo stare il calciatore, lasciamo perdere il risultato. Una volta può andar male ma se hai forgiato carattere e mentalità non fallirai mai. Saprai rialzarti e correre. I calciatori sono dei ragazzi, bisogna capirli, scuoterli, spronarli. L’allenatore bravo è quello che allena tutti i calciatori, non una parte. E’ quello che riesce a sfruttare le risorse del gruppo. E’ quello che se il fenomeno ha una giornata storta trova il supporto degli altri. In questo Menico mi somiglia. Un giorno gli dissi: ‘Oh, mo’ mi so’ stancato, devi fa’ da solo che non anneghi’.
Quando entra in campo in uno stadio pieno come ‘n ovo, il giocatore si carica, si responsabilizza. Certo, non bisogna mai andare oltre misura prima, ma qui deve fare attenzione chi comanda. E la Salernitana da questo punto di vista sta in buone mani, fidatevi. Menico è freddo fuori ma dentro sa che il derby è importantissimo, sa che è una gara fondamentale. Lui sa tirare il meglio dai propri uomini. Perché questa con il Benevento è una partita per uomini prima ancora per che calciatori. Non ha bisogno di consigli, la tattica è il pane dei poveri, dunque per questo tipo di gara non conta. La tecnica è invece il pane dei ricchi e voi conoscete meglio di me le qualità dei giocatori di Salernitana e Benevento. La tattica è concetto sottile che usi se ti trovi in difficoltà. Quello che conta è allenare la testa.Per chi tiferò? Io sto sempre dalla parte di chi ne ha più bisogno. E allora sto un po’ più dalla parte granata. Forza Leo, forza Salernitana. E poi l’Arechi è uno stadio meraviglioso, merita la A. Tiferò anche per il laziale Lotito? A quanto ne so, lui ‘na volta tifava ‘a Magica”.