«Per la legge Severino De Luca è candidabile, ma verrebbe subito sospeso. Certamente farà un ricorso al Tar, come ha già annunciato, pensando di avere la decisione in tasca. Anche se ottenesse una decisione favorevole in via d’urgenza dal Tar, si troverebbe ad operare sotto la condizione di una decisione favorevole della Corte Costituzionale. Questa legge – ha affermato Abbamonte – ha pochissima esperienza nelle aule di giustizia ed è poco chiara. Peraltro – ha aggiunto – non è scontato che avrà ragione di fronte alla Corte Costituzionale. Se anche prendesse le funzioni, perché potrebbe anche non prenderle proprio, le eserciterebbe sotto la spada di Damocle di dovervi rinunciare».
Tuttavia, secondo Abbamonte, modificare oggi la legge Severino sarebbe «imbarazzante perché sarebbe una legge sarebbe ad personam e non sarebbe il caso – ha sostenuto – di cominciare una nuova pagina politica in questo modo. In una situazione del genere – ha proseguito – il senso di responsabilità di chi si candida a governare una comunità dovrebbe far prevalere questi interessi e quindi dimostrare di avere questo senso di responsabilità facendosi da parte».
Per Abbamonte, poi, non è neppure scontato che la questione sia di esclusiva competenza del Tar. «Il Tar – ha infatti affermato – non ha alcuna giurisdizione perché si parla di condizioni di candidabilità cioè il diritto agli uffici pubblici che è un diritto pubblico soggettivo per eccellenza di competenza del giudice ordinario. Il problema più serio di tutti, però, è che qui si sta sospendendo una legge e non un provvedimento».
E di modifiche alla legge in Parlamento, per ora, non se parla. A confermarlo è il deputato del Pd, Simone Valiante, che insieme a Fulvio Bonavitacola, si era fatto promotore di un disegno di legge di modifica. «Non ci sono le condizioni per discutere la Severino. In questo momento sarebbe inopportuno agli occhi della gente perché sarebbe percepita come una norma ad personam».
Il deputato salernitano ha poi richiamato il premier-segretario a prendere una posizione chiara. «Il Pd – ha affermato Valiante – deve chiarire qual è la sua posizione sulla vicenda Campania e capire come e quando partire per la campagna elettorale sapendo che c’è la responsabilità di tutti, a cominciare da Renzi che, per quanto mi riguarda, deve venire ad aprire la campagna elettorale. La sensazione – ha aggiunto – è che ci sia imbarazzo sulla vicenda Campania, ma va superato perché ci sono state le primarie che hanno prodotto un risultato».
Su liste e candidati non si sbilancia ma una cosa è chiara: «Il risultato conseguito da Andrea Cozzolino dovrà trovare una rappresentanza prima di tutto nella lista del Pd, trovando il modo di garantire il pluralismo all’interno del partito».