I salentini, presi per mano da Moscardelli, pareggiarono i conti con Carrozza (su rigore) e poi superarono i padroni di casa grazie alle reti di Sacilotto e di Doumbia, che fissò il punteggio sul definitivo 1-3, che suscitò i primi mugugni dei tifosi e più di una critica all’indirizzo di Menichini. Rispetto ad allora in casa del Lecce sono cambiate parecchie cose. In panchina oggi siede Bollini, ex allenatore della Primavera della Lazio (che a gennaio era stato accostato anche alla Salernitana), liberato non senza resistenza da Lotito. I salentini hanno ceduto calciatori importanti (come gli stessi Della Rocca e Carrozza) ed hanno deciso di puntare sui giovani e sul 4-3-3, a gennaio sono arrivati tra gli altri Gustavo, Herrera, Embalo e Di Chiara.
Anche Miccoli, leccese doc, ha rischiato di essere travolto dalla rivoluzione di gennaio: il Romario del Salento è stato ad un passo dall’Honved, ma poi di comune accordo con la famiglia Tesoro ha deciso di rimanere in giallorosso e, dopo un periodo non facilissimo, domani potrebbe ritrovare la maglia da titolare. Considerata l’assenza di Moscardelli (squalificato al pari di Lopez), oltre a quelle dei centrocampisti Bogliacino, Sacilotto e Papini, Bollini potrebbe puntare su di lui come falso nueve (in alternativa è pronto Gustavo). I giallorossi giocheranno col 4-3-3: in porta l’altro ex Caglioni; in difesa Mannini, Diniz, uno tra Vinetot ed Abbruzzese e Di Chiara; in mediana Lepore ed Herrera ai lati di Salvi (all’occorrenza sono pronti pure i giovani Beduschi e Manconi); in avanti Doumbia è certo del posto, al centro uno tra Miccoli e Gustavo, che è in ballottaggio anche con Embalo per il ruolo di esterno di destra.