Dal Rapporto emerge, tra l’altro, che in un anno sono state scoperte 574.116 immagini pedopornografiche con bambini da 3 a 13 anni, 95.882 video pedofili (3-13 anni) e 621 tra foto e video pedo con neonati. E ancora: con il 46,62% l’Europa detiene il triste primato delle segnalazioni, seguita da Africa (24,67%), America (16,98%), Asia (12,93%) e Oceania (1,8%).
“Molte volte – spiega Leo Venturelli, pediatra di Famiglia Asl di Bergamo -l’abuso diretto è intrafamiliare, spesso maschile (partner della madre, zio). I segnali del bambino, per un genitore (in particolare per la madre) hanno spesso toni sfumati: vanno dall’uso del turpiloquio alla stanchezza strana e ingiustificata. Ma può anche verificarsi ritrosia a mostrare le zone genitali quando prima succedeva senza alcun problema.
O, viceversa, il bimbo mostra ostentazione in atteggiamenti provocatori o allusivi a comportamenti sessuali imitativi”. Per le nuove generazioni uno dei pericoli è rappresentato da Internet. “Il discorso diretto al problema dei siti – aggiunge Venturelli – è quello di vigilare da parte dei genitori sull’uso dei network. Quindi, bisogna fare molta attenzione all’uso eccessivo della Rete o di cellulari collegati a wifi, soprattutto nelle ore serali-notturne, nella stanza del ragazzino o della ragazzina”.
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