“L’utilizzo di fondi raccolti con dagli attivi provenienti dai comuni degli Ambiti Sociali, insieme ai risparmi di gestione dell’Azienda Sanitaria Locale di Terra di Lavoro, crea un doppio disagio: non risolvendo a pieno, né migliorando, la qualità del servizio dell’ASL di Napoli, sottrae fondi che vanno erogati ai presidi sanitari casertani, i quali presidi riabilitativi saranno quindi coperti soltanto fino ad ottobre”, aggiunge.
“Al di là delle semplici questioni di tipo territoriale, la domanda resta la stessa: quanto virtuosa può essere, a livello puramente gestionale, la Sanità campana, se si arriva a sottrarre fondi necessari da un territorio in favore dell’altro? E’ presto detto: dalle città del Casertano, perlomeno quelle principalmente colpite da queste carenze che vi saranno, molti dei principali Comuni sono gestiti da giunte e sindaci dello stesso schieramento politico del governatore”, spiega.
“Siamo pronti a scommettere, nella speranza di perdere la scommessa stessa, che nessuno si farà sentire per denunciare l’azione. Con Caldoro che crederà di poter indossare la maschera del “risanatore” della Sanità, e l’utente, il cittadino campano, che chino dovrà subire ancora i risultati di queste iniziative che profumano di elezioni”, conclude l’esponente dei Gd.