Le sue ultime dichiarazioni, comprese quelle rilasciate oggi per ribadire che la sua richiesta di intervento non è a favore del candidato Pd in Campania, Vincenzo De Luca, sembrano attenere più al ruolo di un politico che di un tecnico come è quello del presidente dell’Anac. Il M5S ha accolto l’incarico di Cantone come la nomina di un uomo terzo ed imparziale di fronte alle contingenze e ai personalismi politici. Oggi, purtroppo, con rammarico, dobbiamo pensare che forse il silenzio di Renzi è stato rotto proprio da Raffaele Cantone, che ha sempre rifiutato i corteggiamenti politici del Pd. Forse era meglio il silenzio di Renzi, piuttosto che sentire da un magistrato che il reato di abuso d’ufficio commesso da un pubblico ufficiale, non ancora giudicato in via definitiva, può essere considerato un reato minore tale da non far scattare la sospensione.
Potranno sorridere Vincenzo De Luca e Luigi de Magistris, potrà sentirsi offeso pure Cantone, resta il fatto però che finora la Presidenza del Consiglio non ha accettato l’invito del presidente dell’Anac a costituirsi in giudizio di fronte alla Corte Costituzionale. E i cittadini campani continuano ad aggiungere ai drammi passati quelli nuovi, dovuti all’incertezza di una norma che, tra silenzi e dichiarazioni inaspettate, inficia maggiormente la loro libertà di scelta”.