Ad avviso di Cheli, la sentenza della Consulta – che ha dichiarato illegittime le nomine di circa 900 dirigenti, molti dei quali responsabili di accertamenti fiscali emanati dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di contribuenti morosi – “ha determinato l’annullamento del decreto che ha consentito le nomine extra concorso, ma non ha come conseguenza la nullità degli atti compiuti da questi funzionari”.
Per quanto riguarda gli avvisi di accertamento, Cheli spiega che le cartelle “si possono impugnare solo se ci sono vizi specifici, e non perchè sono firmate da funzionari nominati in base a una procedura ora dichiarata incostituzionale ma che non impedisce di considerare quegli atti come atti compiuti in base al principio del ‘funzionario di fatto’ che non consente il travolgimento delle loro azioni”. In sostanza, il ‘verdetto della Corte Costituzionale – reso su una parte del decreto 16/2012 – “impedisce di usare certe norme per il futuro, ma non mette in discussione le azioni passate prodotte in forza di quelle norme”. Inoltre, “il governo può sempre valutare di mettere in cantiere misure per sanare le nomine ora ‘decadute’ se dovessero sorgere controversie particolari”, conclude Cheli.