“Il processo di riorganizzazione – ha spiegato l’esponente Anci – non è stato condiviso dai territori, a fronte di ciò dobbiamo quindi continuare a presidiare questo tema perchè vanno rimosse le motivazioni di Poste Italiane, elaborate a volte con parametri discutibili. Il piano deve aderire alle necessità dei territori in un contesto di garanzia dell’erogazione dei servizi”.
“A partire da questo presupposto – ha aggiunto Massimo Castelli – da parte di Anci c’è piena disponibilità a lavorare con Poste Italiane e auspichiamo che vengano superati tutti i problemi non ancora superati, ma è importante continuare ad insistere sul fatto che gli uffici postali sono un presidio ancora fondamentale per garantire pari opportunità a chi vive nei piccoli Comuni. Tra l’altro la sentenza del Consiglio di Stato che ha dato di fatto ragione ai Comuni ha intimato – ha sottolineato da ultimo l’esponente Anci – di mantenere inalterato per il momento il presidio, quindi il rinvio di due mesi potrà dare più spazio alla concertazione tra le parti”.
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