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Continua la lotta di Emanuele Scifo, iniziata una cura sperimentale

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Continua a lottare Emanuele Scifo, il giovane infermiere 34enne di Battipaglia che combatte da nove anni contro la Cipo, un’ostruzione cronica intestinale che ne fanno l’unico caso in Italia e come lui ci sono non più di 40 persone al mondo. Dal febbraio 2014 è nata l’Associazione “Una corsa contro il tempo per Emanuele onlus” e la pagina facebook “Diamo una speranza di vita ad Emanuele” ma soprattutto, è partita una gara di solidarietà con manifestazioni di ogni genere. Proprio l’Associazione a sostegno di Emanuele ha inviato un comunicato stampa nel quale intende “ringraziare di cuore le migliaia di persone che hanno abbracciato, senza remore, la causa di Emanuele Scifo e che continuano ogni giorno a sostenerlo nella sua battaglia contro la malattia con telefonate, messaggi e preghiere”.

“E’ impossibile rispondere privatamente a tutti – si legge – perchè Emanuele ha pochissimo tempo che dedica alle cure ed ai familiari. Per lui è importante, combattere, vincendo  la paura, non perdere mai la speranza ,donare al prossimo ed affidarsi a Dio”. “Ha iniziato una cura sperimentale, molto dura, che indebolisce ulteriormente un fisico già provato ma che non abbatte lo spirito, la speranza e la forza di chi non si arrende di fronte a nulla. Emanuele è infatti un esempio straordinario per tutti noi. Il giovane nei momenti di sconforto riporta nel cuore e nella mente, il felice ricordo dei mille sorrisi e degli abbracci di quanti hanno dato una mano, materialmente e moralmente. La famiglia, la fidanzata e gli amici gli regalano quotidianamente la consapevolezza del grande dono che ha ricevuto : un bene infinito ed incondizionato”.

“A sfinirlo è la sofferenza che percepisce negli occhi di chi gli è accanto. A sostenerlo la fede e l’amore. Grazie per il meritevole impegno agli organi di stampa che si sono immediatamente attivati per far conoscere la sua storia. A loro anche un appello. Emanuele vuole sentirsi libero di comunicare sulla sua pagina FB, che reputa un diario personale, condiviso  con amici, stati d’animo, sfoghi e riflessioni. La sua richiesta è di non divulgare, senza autorizzazione, su giornali o tv, frasi o post estrapolati  da un contesto che ritiene privato e non relativo alla sua ufficiale rete di comunicazione. Per tutelare la sua libertà di esprimersi, senza timori, su un social network, e quindi  la serenità che merita”.

 

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