Figura anche un bonus di mille euro l’anno – per tutti i lavoratori, i pensionati e gli incapienti – tra i cinque obiettivi inseriti nel progetto di legge di iniziativa popolare della Cisl, per il quale ha preso il via oggi una raccolta firme in Campania. Tra gli obiettivi ci sono anche l’istituzione di un tetto massimo complessivo di tassazione (nazionale e locale); una rimodulazione della tassazione sugli immobili con l’esenzione completa per la prima casa; un’azione incisiva di lotta all’evasione fiscale, un’operazione redistributiva della ricchezza, tassando le grandi ricchezze finanziarie e immobiliari e un sostegno concreto alla famiglia con un Nuovo Assegno Familiare (NAF).
“Mille euro in più a chiunque guadagni fino a 40mila euro l’anno indipendentemente dalla tipologia di reddito (anche pensionati, lavoratori autonomi e incapienti) e poi progressivamente ridotto anche a chi guadagna fino a 50mila euro è un’operazione di redistribuzione che punta a un fisco più equo e più giusto”, ha ribadito durante un incontro a Napoli Lina Lucci, segretario generale della Cisl Campania, in occasione della conferenza stampa di presentazione sul piano regionale del progetto di legge di iniziativa popolare. “Sempre nell’ottica della redistribuzione e dell’equità – ha detto ancora la sindacalista – vanno il nuovo assegno familiare e l’esenzione da qualsiasi onere impositivo per la prima casa, con un recupero di risorse attraverso un’imposta ordinaria sulla ricchezza familiare netta, mobiliare e immobiliare, superiore ai 500mila euro”.
Secondo Lucci, “oltre che a una redistribuzione tra persone che hanno redditi alti e redditi bassi, la proposta di legge determina anche una redistribuzione per territori, con un vantaggio per la Campania e per il Sud”. “È nel Mezzogiorno e nella nostra regione, infatti, – ha evidenziato il segretario generale della Cisl in Campania – che il reddito medio si ferma a 17mila euro contro i 33,5 mila euro nel Nord-ovest e i 31,4 mila euro nel Nord-est; ed è sempre in Campania che 23 famiglie su 100 vivono in condizioni di povertà, tanto che siamo ultimi per consumi (fermi a 11,6 mila euro annui), con i pensionati in particolare che vivono troppo spesso condizioni di grande difficoltà.
Ed è sempre qui, nella regione che fu felix, che le aliquote sono le più alte del Belpaese, con l’addizionale Irap al 4,97 per cento e Irpef al 2,8 per cento. Per questa ragione invitiamo tutti a firmare e a far firmare, per impegnare concretamente il Governo ad agire sul piano fiscale per una redistribuzione delle ricchezze da chi ha di più a chi ha meno. Non c’è tempo da perdere, firmate e fate firmare”. Alla conferenza stampa di presentazione hanno preso parte oltre al segretario Lucci, anche il coordinatore dell’Area Metropolitana di Napoli, Gianpiero Tipaldi e i segretari Generali delle Unione Sindacali Territoriali: Mario Melchionna (Irpinia-Sannio), Giovanni Letizia (Caserta) e Matteo Buono (Salerno).
pensavo dicesssero: pensioni minime a 1000 euro!! prendere 500 0 580 non cambia neinte!!!!
“Voglio l’erba voglio………………..”, bene ma chi pagherebbe tutto ciò?Forse qualcuno nella fattispecie il sindacato CISL, non capisce che il debito pubblico italiano mostruoso impedisce qualsiasi alleggerimento fiscale e aumenti salariali,tant’è che molti contratti di lavoro sono bloccati da cinque anni………….non ci sono più margini di manovra, l’Italia è fallita già da molti anni!