Così Vincenzo De Luca, candidato del Pd a governatore della Campania alle prossime elezioni regionali, risponde ai cronisti che chiedevano perché i vertici del partito non sono presenti ai suoi appuntamenti elettorali.
Com’è noto, l’ex sindaco di Salerno ha una condanna in primo grado per abuso di ufficio e in caso di elezione a governatore sarebbe sospeso in base alla legge Severino. Lo scrive il fattoquotidiano.it pubblicando anche il video della replica piccata dell’ex sindaco.
L’ huffingtonpost.it fornisce una ricostruzione di quanto starebbe accadendo in queste ore e che riguarderebbe non solo De Luca ma anche Caldoro.
Due candidati sono in campo per le prossime regionali, ma è in atto una manovra per farli saltare entrambi – scrive huffingtonpost . È stata annullata la grande kermesse del Pd prevista per sabato a Napoli, dove – a sostegno di De Luca – sarebbero dovuti arrivare il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini e il ministro Orlando. Ed è stata annullata, questo è il secondo indizio, dopo che proprio De Luca ha incontrato ieri Luca Lotti a palazzo Chigi, come ha scritto il Fatto. Due indizi non fanno una prova.
Il terzo indizio arriva dalle colonne del Mattino dove viene data la notizia che, in queste ore, è stato commissionato un sondaggio sulla Campania dai vertici del Pd. Un sondaggio tra De Luca e Caldoro? Niente affatto. Il sondaggio riguarda quale candidato del Pd avrebbe più consenso. Oltre a De Luca, gli altri nomi sono quelli del ministro Orlando, di Luigi Nicolais e di Enzo Amendola: “A primarie fatte e con un candidato in campo perché sondare altri candidati dello stesso partito?” è la domanda che rimbalza in Transatlantico tra i parlamentari campani.
Perché, è la risposta, attorno a De Luca è in atto un pressing per farlo “mollare”. De Luca è un lottatore, uno che non molla. E che non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro: “Da parte del Pd – dice incrociando i cronisti – sento un sostegno pieno, totale al di là della fantapolitica che ha appassionato qualche vostro collega”.
Ma il cuore della manovra non sta a Napoli, bensì a palazzo Chigi. Renzi più volte ha parlato della Campania con Alfano e più volte lo ha invitato a rompere l’alleanza con Berlusconi su Caldoro e a schierarsi con la sinistra, modello “Mattarella”: all’ultimo momento utile, si cambia schema. E non è un caso che, notano i maliziosi, la data delle elezioni non è ancora stata fissata in modo da avere tempo per creare le condizioni.
Il problema, in quest’ottica, si chiama De Luca, candidato che Angelino non regge. Con un altro candidato il ministro dell’Interno non ha preclusioni a un’alleanza con la sinistra in Campania. Tranne Nunzia De Girolamo, i suoi sul territorio hanno già dato segnali in tal senso, anche pubblici come il sottosegretario Giacchino Alfano, all’insegna del “a Napoli come a Roma”.
E non è un caso che Alfano (Angelino) non abbia ancora chiuso con Caldoro, con cui il suo partito ha governato cinque anni. Tanto che proprio l’attuale governatore, a sua volta, sta prendendo tempo. A Berlusconi ha già fatto sapere che “senza il sostegno di Ncd non è disposto a correre”.
Il candidato su cui Renzi e Alfano chiuderebbero l’accordo si chiama Andrea Orlando: “È perfetto – spiega una fonte renziana – perché come fa a quel punto il ministro dell’Interno a non sostenere come candidato quello che è stato suo ministro della Giustizia?”. L’ipotesi è stata già valutata anche ad Arcore. Silvio Berlusconi è convinto che alla fine Angelino cederà al premier: “Il vero segretario di Ncd – è la battuta che circola ad Arcore – è Renzi”. Pronto, ad Arcore, il piano B: “Contro Orlando candidiamo Mara, è la più brava”.
La Carfagna è una radicata sul territorio, è stata miss preferenze la volta scorsa quanto si candidò per appoggiare Caldoro e secondo i report della Ghisleri funziona in tv. È chiaro che sarebbe chiamata a una battaglia difficile: Forza Italia contro tutti, con Forza Italia che non è quella di dieci anni fa ma è dilaniata dalle faide. Scontato quindi che, dopo le regionali, Mara avrà un ruolo molto pesante dentro Forza Italia.
Dunque: a Roma e ad Arcore già si ragiona su candidati diversi da quelli che sono in campo ora. Anche se De Luca fa sapere che non ha intenzione di mollare.