Giovedì 2 aprile, alle ore 10.30, presso la Sala del Gonfalone del Palazzo di Città, alla presenza del Sindaco ff di Salerno Vincenzo Napoli, dell’Assessore comunale alle Politiche Sociali Nino Savastano e del Commissario Regionale Antiracket Franco Malvano, è stata presentata la campagna “Io non pago il pizzo” promossa dall’Amministrazione Comunale e dall’Associazione antiracket A.L.I.L.A.C.C.O.. La campagna, già avviata con l’istituzione di uno sportello (attivo presso il Settore Politiche Sociali del Comune di Salerno), che svolge attività di informazione, prevenzione e accompagnamento, prevede l’affissione sul territorio comunale di manifesti di sensibilizzazione allo strumento della denuncia dai crimini di usura ed estorsione e una costante attività di informazione nelle scuole.
“Bisogna convincere a denunciare, ma bisogna farlo dando un aiuto concreto e serio. Se un camorrista va in banca a chiedere un credito, la banca glielo concede, ma se va una vittima di usura, nonostante sia accompagnata dai Confidi, le banche si girano dall’altro lato”. A dirlo Franco Malvano (ex questore di Napoli) ed oggi Commissario Regionale Antiracket, durante la presentazione della campagna. “Il fenomeno soprattutto dell’usura è forte anche nel Salernitano, a causa di questo momento di crisi, ma almeno qui si assiste ad una maggiore sensibilizzazione rispetto agli altri territori della regione. Nel salernitano – spiega – sono stati presentati tredici progetti, rispetto ai due nel Casertano, come se lì il fenomeno non esistesse, e ai dodici nel Napoletano. La camorra va combattuta con la sensibilità dei cittadini. Non basta lo sforzo di magistratura e forze dell’ordine. Occorre la vicinanza di una seria politica che deve assicurare il proprio sostegno. Nelle campagne elettorali si parla sempre di sicurezza poi la sicurezza diventa un argomento che sfugge dalle mani dei politici”.
VIDEO INTERVISTA ASSESSORE NINO SAVASTANO
VIDEO INTERVISTA AMLETO FROSI
OBIETTIVI
– Costruire concreti percorsi di aiuto alle vittime dell’usura e dell’estorsione, anche attraverso azioni di mediazione sociale
– Promuovere la cultura della cittadinanza attiva
– Aumentare la sicurezza urbana
– Interventi d’animazione sociale tesi alla costruzione di cittadinanza attiva nelle scuole, sui gruppi informali e sulle associazioni con l’obiettivo di sviluppare il senso di appartenenza e la partecipazione dei cittadini alla vita della comunità
– Redazione partecipata/partecipativa a pubblicazione sui temi dell’usura e delle estorsioni e del valore delle pratiche di cittadinanza, con il coinvolgimento delle scuole, dei gruppi informali e delle associazioni
– Attività di sensibilizzazione degli operatori economici (commercianti ed imprenditori) quali soggetti potenzialmente più esposti ai fenomeni dell’usura e dell’estorsione
– Interventi d’educazione alla legalità nelle scuole con l’obiettivo di sviluppare le capacità critiche dei giovani sull’uso responsabile del denaro
– Promozione della vicinanza alla Comunità dei Corpi e servizi di polizia locale, nonché la promozione di interscambio informativo tra forze dell’ordine e organismi associativi
– Ostacolare i comportamenti di microcriminalità al fine di diminuirne la evoluzione in azioni di macrocriminalità, in quanto si ritiene la microcriminalità complementare, e non alternativa, alla macrocriminalità.
Si ritiene che l’attività di aiuto, fondata sull’osservazione partecipante, può essere in grado di offrire un’esauriente base di “diagnosi locale” delle variabili spaziali, temporali e relazionali dell’insicurezza, e dunque dei fattori verso i quali indirizzare, su scala generale, degli interventi appropriati a cura delle componenti produttive.
AZIONI
Aiuto alle vittime
L’azione di aiuto si articolerà nelle seguenti fasi:
1. Primo contatto: telefonata della vittima al numero verde 800406600
2. Primo ascolto: incontro degli operatori con gli utenti
3. Denuncia con le forze dell’ordine, tutela sicurezza ed economica
4. Processo con contestuale costituzione di parte civile anche dell’associazione
5. Intervento di mediazione sociale e recupero del nucleo familiare della vittima
Uso responsabile del denaro
Educazione all’uso responsabile del denaro e alla cittadinanza
attiva nelle scuole
Le fasi dell’intervento sono:
1. Formazione dei docenti
2. Formazione degli alunni da parte dei docenti precedentemente formati
3. Incontri con Esperti, a cui parteciperanno gli studenti, le famiglie e l’intera comunità territoriale
4. Costruzione da parte dei docenti, degli alunni e della comunità di un percorso centrato sul “fare” concreto.
5. Prevenzione alla ludopatia, intesa come rapporto del denaro con il gioco
6. Elaborazione del periodico antiusura antiracket “Il NOdo”
Sensibilizzazione degli Operatori Economici
Coinvolgimento dei gruppi potenzialmente esposti
L’intervento si basa sulla costruzione, mediante la metodologia dell’ascolto attivo, di un panel di testimoni privilegiati che si attivano insieme alla Casa della Solidarietà a sensibilizzare il territorio con convegni, affissione di manifesti, distribuzione del Kit informativo contenente un vademecum con le regole per non cadere nella trappola di estorsori ed usurai, leggi di riferimento in aiuto agli imprenditori che denunciano gli atti criminali ed un logo da esporre sulle vetrine dei negozi, contrassegnato dalla scritta “Io non pago il pizzo e denuncio chi me lo chiede” per incoraggiare le vittime a denunciare.
In questo ambito è previsto come attività di sensibilizzazione e comunicazione anche la realizzazione di programmi televisivi.
Commenta