Da Roma sud a Napoli sono bastate due ore e 5 minuti. Dall’innesto del raccordo a Salerno, 40 minuti. Da Pontecagnano a Sala Consilina, il paesone “sdraiato” sul fianco della montagna, una mezz’oretta. Sembra un sogno. Carreggiata sgombra, visibilità perfetta. Se va avanti così a Soverato (646 chilometri di solito percorribili in sei ore) ci si arriva a tempo di record. Macchè. È a Padula Buonabitacolo che squilla il primo allarme: «Mezzi pesanti uscita a Lagonegro Nord», dice un cartello.
Passa qualche chilometro e la faccenda si complica: «Mezzi pesanti uscita a Lauria Nord», rettifica il successivo. Addirittura? Due percorsi alternativi per i Tir? Quale inferno ci attende? Come scegliere il migliore? L’Anas non lo precisa. Ma non c’è tempo di mettersi nei panni dei camionisti: il blocco di Laino Borgo, al km 153, preannunciato dal “tappo” di auto ferme in attesa di uscire per evitare di volare nel vuoto come il povero carpentiere di Bucarest, è arrivato. Rallento. Controllo l’ora: le 13,20. Il tempo stimato dall’Anas per il fuori programma è 25 minuti. «Si saranno tenuti larghi», penso, auspico, spero. Pia illusione. Dall’A3 si finisce subito, a passo d’uomo, sulla provinciale 133. La “Taverna delle ghiande”, sulla destra, mette appetito, però la coda invita a resistere, per evitare di fare notte. «Mangiamo dopo, coraggio!».
Una volta usciti dall’autostrada va anche peggio: «La strada scende tra querceti, casolari, caprette. Tutti in colonna. Venti minuti per risalire i tornanti e attraversare il borgo di Laino. Svolta a destra, sempre al ritmo di lumaca. E qui giunge la più tipica e italica delle sorprese: chissà quale ineffabile ingegnere della viabilità calabrese, infatti, ha deciso che proprio il Giovedì dell’Angelo debba essere rifatto il manto stradale. Il mezzo per l’asfaltatura e una decina di operai (ma non saranno troppi?) restringono la carreggiata al minimo, una macchina alla volta, e chi ha fretta si rilassi, per non dir di peggio. Nuovo bivio e ulteriore saliscendi: la provinciale 134 ora si inerpica verso Laino Castello, ma il guaio sono un paio di curve a gomito. Un camion nella direzione opposta, scendendo, si è incastrato e non riesce a proseguire. Ore 13,59: il traffico adesso è proprio fermo, paralizzato, con l’unica consolazione della vista sul lussureggiante scenario del Parco naturale del Pollino».
Risultato: sull’autostrada il viaggiatore torna solo alle 14:32, dopo aver percorso 18 km in 72 minuti. Un fondista ben allenato ci avrebbe messo di meno. Per non parlare di un ciclista. Buona Pasqua.