Con la sua straordinaria forza interpretativa e la leggendaria estensione vocale, Diane Schuur, non vedente dalla nascita, durante la sua lunga carriera si è guadagnata l’adorazione da parte della critica di tutto il mondo. La voce della Schuur, tanto potente quanto estremamente flessibile, copre magistralmente tutta la gamma dei registri ed è considerata dai critici “una voce completa ed eclettica”. Diane si è guadagnata il rispetto e gli elogi delle più leggendarie figure della musica jazz e blues, quali Dizzy Gillespie, Count Basie and B.B. King. La Schuur, in quanto discepolo di lunga data di Dinah Washington e altre leggende del jazz degli anni Quaranta e Cinquanta, ha costruito una solida carriera sia grazie al jazz della generazione che l’ha preceduta, che alla musica pop della sua giovinezza. Lungo una carriera che si sviluppa nell’arco di trent’anni e include due Grammy Award e tre nomination, la musica di Diane Schuur ha esplorato quasi ogni sfumatura del panorama musicale americano del Novecento. In concerto presenta una serie di canzoni tratte dal suo vasto repertorio, ammaliando il pubblico con la sua capacità di suscitare emozioni con la sua potente voce. “Quando canto sento emanare un calore dal mio cuore verso le persone che ascoltano. È un vero scambio energetico”, dice Diane Schuur.
BIOGRAFIA. Nata a Tacoma, Washington, nel 1953, e fin da piccola conosciuta da tutti come Deedles, la Schuur scopre il mondo del jazz grazie al padre, pianista, e alla madre, che possiede una magnifica collezione di dischi di Duke Ellington e Dinah Washington. È ancora una bambina quando comincia a cantare What a Difference a Day Makes di Dinah Washington, e impara da sola a suonare il pianoforte, sviluppando uno stile vocale ricco e sonoro. In seguito, prende lezioni regolari di pianoforte alla Washington State School for the Blind fino all’adolescenza. Nel 1971 Diane Schuur realizza la sua prima registrazione: si tratta di una canzone country, Dear Mommy and Daddy, prodotta da Jimmy Wakely. Dopo le superiori, si concentra sul jazz e si esibisce soprattutto nel nordovest.
Nel 1975 partecipa a un’audizione piuttosto informale con il trombettista Doc Severinson e finisce per esibirsi con il gruppo di Ed Shaughnessy (il batterista dei Tonight Show) al Monterey Jazz Festival. Canta una suite gospel davanti al pubblico entusiasta, tra le cui fila è presente Stan Getz, che la invita a cantare alla White House. Anni dopo, un altro concerto alla White House porta alla registrazione del primo album della Schuur, Deedles, uscito nel 1984. Nei tredici anni successivi, la Schuur registra 11 album con la GRP, tra cui due vincitori del Grammy, Timeless (1986) e Diane Schuur and the Count Basie Orchestra (1987). L’album con la Basie Orchestra rimane numero uno nella classifica di Billboard per trentatré settimane consecutive. Nel 1991 Pure Schuur sale in vetta alle classifiche di Contemporary Jazz, e Heart To Heart, che vede la collaborazione con B.B. King, sale al numero uno della classifica di Billboard.
Dopo Music is My Life, registrato con la Atlantic nel 1999, registra Friends For Schuur con la Concord nel 2000. È l’inizio di una lunga serie di fortunate collaborazioni: Swinging for Schuur (2001), che raccoglie dei bellissimi duetti con il trombettista Maynard Ferguson; Midnight (2003) in cui la Schuur interpreta tredici canzoni scritte con Barry Manilow; e Schuur Fire (2005), un album dal sapore latino che vede la collaborazione del Carribbean Jazz Project. L’album Some Other Time, uscito nel 2008, è una raccolta di brani jazz che Diane Schuur ha conosciuto grazie ai genitori negli anni dell’adolescenza: canzoni di George e Ira Gershwin, Irving Berlin, Sammy Cahn, Rodgers e Hammerstein, e una bella versione di September in the Rain, realizzata quando la cantante aveva solo dieci anni.
Some Other Time è, tra le altre cose, un omaggio che la Schuur fa alla musica della generazione dei genitori, un tributo alla madre nell’anniversario della sua scomparsa. “Dopo tanto tempo, tutto quello che i genitori ti hanno detto, hanno cercato di insegnarti, comincia ad avere senso. Capisci come sono cresciuti e come guardavano il mondo nel contesto della loro generazione e del loro tempo”. A lungo reputata come un’artista a metà tra jazz e pop, Diane Schuur considera Some Other Time come una ferma dichiarazione di impegno nei confronti della tradizione jazz e della sua influenza sulla propria sensibilità artistica. “Questo album è un ritorno alle mie radici jazz. Non che le abbia mai lasciate, ma ci sono state alcune deviazioni lungo il percorso”. Segue l’album The Gathering, una collezione di 10 classici della musica country, prevalentemente composti nell’epoca d’oro degli anni Sessanta, la prima volta che Diane Schuur si cimenta in questo genere musicale.
Il suo penultimo album Diane Schuur Live è un progetto speciale che raccoglie buona parte del suo repertorio. L’ultimo lavoro pubblicato è stato Diane Schuur I Remember You, un omaggio a due dei suoi più importanti mentori, Frank Sinatra e Stan Getz e che commemora anche la sua scoperta “ufficiale” 35 anni fa da parte di Stan Getz al Monterey Jazz Festival del 1979. Tutti i brani dell’album sono dei nuovi arrangiamenti di Alan Broadbent che suona anche il pianoforte ed è affiancato da una All-Star Band composta da Ben Wolfe, Ulysses Owens Jr., Romero Lubambo, Roni Ben Hur e Joel Frahm.