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Campania: 17 medici specializzati risarciti con 422.978 euro

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Nuova condanna per lo Stato Italiano sul fronte dei medici specializzati. La I sezione della Corte d’Appello di Roma, infatti, ha riconosciuto i diritti di 208 medici rappresentati dal Codacons, che non avevano ricevuto le retribuzioni loro spettanti durante gli anni di specializzazione.

Tra questi anche 17 camici bianchi residenti in Campania, che avevano promosso il ricorso attraverso l’associazione dei consumatori.

Secondo i giudici della Corte (Pres. Corrado Maffei, Rel. Raffaella Tronci), la domanda dei camici bianchi “va accolta con riferimento al danno da tardivo recepimento delle direttive comunitarie, concretizzatosi nella mancata percezione del trattamento economico […] va in via generale osservato che il dottore in medicina che abbia frequentato scuole di specializzazione nel periodo interessato al mancato adeguamento alla normativa, avrebbe frequentato i corsi secondo le caratteristiche prescritte dalla normativa comunitaria se vi fosse già stato l’adeguamento. Sicché il danno per il mancato tempestivo adeguamento va individuato nella perdita del beneficio economico che sicuramente sarebbe stato connesso alla frequenza del corso”.

La Corte d’Appello ha così condannato la Presidenza del Consiglio dei Ministri a risarcire, tra gli altri, 17 medici specializzati assistiti dal Codacons e residenti inCampania con la maxi-cifra totale di 422.978 euro, pari a oltre 24.800  euro a medico.

Una sentenza che fa seguito ad altre decine di pronunce analoghe in favore di centinaia di camici bianchi ottenute dal Codacons nei tribunali di tutta Italia, e che hanno portato l’associazione ad ottenere complessivamente 62 milioni di euro di risarcimento dallo Stato Italiano. Ed è ancora possibile per i medici aderire all’azione entro il prossimo 20 maggio, seguendo le istruzioni riportate sul sito www.codacons.it

Una class action quella del Codacons che ha avuto anche importanti risvolti sul fronte della solidarietà: parte del ricavato pari a 160mila euro, è stato infatti devoluto dai legali che hanno seguito la vertenza alle associazioni di difesa dei consumatori e all’associazione Mary Poppins, ente no profit che fornisce assistenza ai bambini malati di cancro e ricoverati nel reparto di Oncologia Pediatrica del Policlinico Umberto I di Roma.

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