“Quello che lui aveva assegnato come compito al project manager è, invece, compito del Rup secondo il codice degli appalti, dunque una figura che lo Stato individua e per i quali definisce i requisiti che il project manager non aveva, non essendo neanche laureato. Dunque siamo di fronte ad un vero e proprio reato. Io chiedo che chi si candida all’interno delle istituzioni abbia il massimo rispetto per la legge dello Stato e la smetta di farsene beffa e gioco”. Secondo Ciarambino “’non abbiamo bisogno di indagati e condannati all’interno delle istituzioni e non lo dico io, ma lo diceva Borsellino, il quale asseriva che la magistratura deve accettare quello che si chiama certezza giuridica ma che poi altra cosa è l’onestà e l’irreprensibilità di un politico”.
“Diceva anche che i partiti devono avere il coraggio di mettere da parte le persone sulle quali esiste anche il minimo sospetto. Nel caso di De Luca – aggiunge la candidata – non parliamo di sospetto ma di una condanna in primo grado. Una persona responsabile che ami la legalità e le istituzioni, al suo posto, non si sarebbe candidato e soprattutto il Presidente del Consiglio e segretario del Pd dovrebbe avere la forza e il coraggio di mettere da parte personaggi del genere. Pare, invece, che nei partiti essere indagati o condannati sia una medaglia al valore che addirittura ponga in pole position per le candidature. Noi siamo un’altra cosa. Nel Movimento 5 Stelle non ci sono condannati e indagati”.