Stop immediato all’attraversamento e ai parcheggi sulle dune in foce Sele.
Tra le prime specie animali da proteggere nell’area ci sono il martin pescatore; l’airone rosso; il fratino, la cicogna bianca e la quaglia.
Sono alcuni dei dati emersi questa mattina durante la presentazione del piano di gestione del litorale marittimo e delle oasi dunali a destra e sinistra della foce del Sele. Il piano, che è stato presentato alla Casina Rossa di Eboli, è stato coordinato dalla Presidente dell’Ente Riserve Naturali Foce Sele Tanagro e Monti Eremita Marzano, l’architetto Maria Gabriella Alfano, sotto la supervisione della Regione e con la collaborazione dei Comuni di Capaccio ed Eboli e di due consulenti. Allo stesso Ente Riserve sarà affidata la fase operativa.
Il piano è stato realizzato grazie ai fondi del Patto ambientale e permetterà di intercettare i fondi strutturali europei 2014-2020.
Il piano contiene una forte base di ricerca condotta dall’agronomo Domenico Selenga e dal naturalista Marcello Mezzasalma.
Pineta: E’ la parte centrale, quella che connota il sito, offrendo un quadro estremamente problematico perché, ha detto il dottore agronomo Domenico Serlenga: “Non è stata governata mai e adesso è un bosco fitto. Così com’è potrebbe non arrivare al secolo di vita”. La pineta ha già settant’anni, fatta di “Pinus pinea impiantata su dune fossili. Il rimboschimento, realizzato con l’intento di proteggere dall’aerosol marino e dal sorrenamento le retrostanti colture agrarie, ha soppiantato – recita il piano – la vegetazione autoctona preesistente. La stretta coetaneità e la densità eccessiva, non ridotta progressivamente nei diversi stadi evolutivi di crescita, ha reso le piante snelle, con poca chioma verde e instabili sotto il profilo biomeccanico”. Non solo, molte sono le specie aliene che per diversi motivi esistono adesso nella pineta, che andrebbero sostituite con specie tipiche della macchia mediterranea, bene il pino d’aleppo, male il pino domestico, per esempio.
Dune: Passerelle di legno, unica speranza per conservare e fruire le dune, con l’installazione di sistemi di dissuasione del parcheggio e del transito sia in auto che pedonale, di recinzioni, cartellonistica, sorveglianza e videosorveglianza, sensori antincendio.
Fauna: la fauna è molto significativa sia sul piano qualitativo che su quello quantitativo. Notevole la presenza di uccelli, soprattutto acquatici; interessante le specie rare di anfibi e rettili o della testuggine palustre europea. Venti le specie da “salvare”.
Hanno partecipato inoltre l’assessore all’Ambiente del Comune di Capaccio Eustachio Voza; il Dirigente della Regione Alberto Romeo Gentile; il Funzionario della Regione Carmine Antonio Esposito Supervisore del Piano; Antonetta Lettieri, Presidente della Comunità dell’Ente Riserve; l’architetto Rodolfo Sabelli dell’Ufficio Pianificazione del Comune di Capaccio; l’ingegnere Lucia Rossi e l’architetto Dina Boccone dell’Ufficio Pianificazione del Comune di Eboli, tutti in qualità di Redattori del Piano.
Il sito oggetto del Piano coincide con un’area di interesse Comunitario inserito nella Rete Europea “Natura 2000”. L’area è la stessa su cui esiste un progetto della Regione per il ripascimento del litorale, già duramente avversato sia dagli ambientalisti che dallo stesso Ente Riserve, che con un costo minimo per le consulenze, si è fatto carico del Piano di Gestione. E’ stato così realizzato un quadro aggiornato e integrato degli elementi del territorio, partendo dalla valutazione dello status di conservazione di specie ed habitat, dall’analisi degli elementi di pressione e minaccia, che ha consentito di definire obiettivi e strategie di gestione, misure regolamentari, amministrative e contrattuali, e interventi di gestione attiva.