Protagonista involontario un bracciante agricolo pachistano, che vive nel Comune della provincia di Caserta insieme ad altre sei persone, alcuni suoi connazionali, altri iracheni. Tutti sono stati prelevati dall’abitazione e portati nella caserma dell’Arma di Sessa Aurunca.
Il giovane, ai militari del Ros e della locale compagnia, guidata dal capitano Antonio Ciervo, ha spiegato in un italiano molto imperfetto che non conosceva il destinatario cui aveva inviato per sbaglio l’sms; che in effetti voleva comunicare con una ragazza che corteggiava da tempo, con cui avrebbe voluto incontrarsi all’aeroporto capitolino di Ciampino.
“Perché hai usato il verbo colpire?” gli hanno chiesto gli investigatori. “Ho vissuto quattro anni in Norvegia – ha spiegato il giovane pachistano – e per tradurre in italiano uso un programma norvegese. Volevo scrivere incontrare e ha tradotto colpire”. I carabinieri hanno fatto i dovuti accertamenti scoprendo che gli equivoci raccontati non erano delle invenzioni. A quel punto il giovane è stato rilasciato così come i suoi coinquilini, tutti con regolare permesso di soggiorno.