“E non per colpa dei commercianti e degli onesti lavoratori – continua –che ogni giorno si alzano la mattina per cercare di portare a casa uno stipendio. Le fallimentari politiche economiche, che stanno affossando il tessuto sociale più della crisi, costringono i lavoratori a dover lavorare anche nel giorno di festa a loro dedicato! Di quale festa stiamo parlando? Di quali diritti? Di quale lavoro? Non diventa più una scelta derivata dalla fantomatica ‘liberalizzazione’ ma dalla costrizione a non poter fare a meno di tenere alzate le serrande. Se non si rimette al centro il lavoratore, con i suoi diritti, come si può pensare di rilanciare il lavoro in queste condizioni? Il nostro auspicio, per il Salernitano e la Campania, è che con il futuro Governatore, chiunque sia, segni una svolta con il passato chiudendo definitivamente questa crisi nera e cambi registro per una Campania nuova, che valorizzi le sue peculiarità tenendo sempre al centro il lavoro, fondamentale per far ripartire l’economia e rinforzare il tessuto sociale».