Decisive le analisi di laboratorio per stabilire chi dei tre arrestati ha ucciso Antonio Procida e Angelo Rinaldi. Già immediatamente dopo il fermo furono effettuati dei prelievi sulle mani di Matteo Vaccaro, il figlio Guido e Roberto Esposito per verificare la presenza di polvere da sparo.
Il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Salerno, Vincenzo Montemurro, non lascia nulla al caso e si attende molto dall’autopsia sul corpo di Procida e Rinapldi “puniti” per essersi ribellati al boss di Ogliara in modo pubblico sulla questione relativa all’affissione dei manifesti elettorali.
Un primo importante passo nelle indagini si è avuto con l’aqcuisizione di filmati da sistemi di videosorveglianza installati in zona.
Matteo Vaccaro era a bordo di uno scooter condotto da Roberto Esposito. Il figlio di quest’ultimo, Guido Vaccaro era a bordo di una Fiat Punto utilizzata per la fuga dopo essersi disfatti di scooter e armi.
E mentre negli interrogatori ci sarebbero state versioni discordanti tra padre e figlio sulle ore precedenti al duplice omicidio ci sono dei particolari che andranno presi in considerazione.
Sul luogo del delitto non sono stati rinvenuti bossoli. Sarà importante stabilire i fori di ingresso dei proiettili per capire da che distanza e da quale posizione sono stati esplosi i colpi. Se a sparare è stato uno solo del commando o due persone e se in tal caso da quale posizione. La sensazione è che il tutto sembrava pianificato per non lasciare nulla al caso. La freddezza dei killer non ha lasciato scampo a Procida e Rinaldi. Altro aspetto da valutare la posizione dei corpi ritrovati dalla Polizia. Entrambi erano vicini allo scooter. Questo lascia pensare che tutto sarebbe avvenuto in poco tempo con i due che non avrebbero avuto il tempo di rendersi conto di cosa stava accadendo nè di divedersi per tentare di sfuggire al commando di morte che li ha freddati sul colpo.
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