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Acquedotto Medioevale di Salerno: è scontro Comune-Soprintendenza

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L’ultima cosa da augurare all’acquedotto medievale di Via Arce è che possa rimanere vittima dell’ennesimo rimpallo di responsabilità tra enti ed istituzioni che ne dovrebbero avere cura e che invece, dopo il cedimento di sabato, potrebbero giocare al rimpiattino sulle responsabilità e su a chi competa esattamente la messa in sicurezza dello storico impianto noto a tutti come gli archi del diavolo. Per il Comune di Salerno esiste un vincolo preciso su quel bene archeologico, dunque sarebbe la Soprintendenza ad avere la competenza ed anche il dovere di pronunciarsi sul caso. A sentire gli uffici di Palazzo Ruggi, invece, è il Comune il proprietario dell’acquedotto e dunque compete all’ente locale, in prima istanza, la manutenzione ordinaria come ogni tipo di intervento che punti alla salvaguardia minima del ponte del diavolo.

Il problema è che l’acquedotto medievale è precario da anni, divorato dall’urbanizzazione sfrenata e dalle brutture circostanti, ma sopratutto consunto (a quanto pare) da erbacce che vanno ad insinuarsi tra le intercapedini e tra le feritoie delle pietre che lo compongono, rendendo precario quel mosaico che rappresenta un miracolo d’architettura dell’età di mezzo. Il discorso che fa la Soprintendenza è semplice: provveda il Comune a rimuovere le erbacce, che al consolidamento e alla tutela culturale poi si provvede insieme sotto il controllo di architetti ed esperti dei beni culturali. Ma Palazzo di Città insiste: senza indicazioni precise da parte della Soprintendenza non si procede, con il rischio di mettere in pericolo un bene sottoposto a vincolo.

Fonte LIRATV

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