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Ravello: Commozione e partecipazione al ricordo di don Pantaleone Amato

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Buono, instancabile, caparbio, con un carattere burbero ma generoso. Un “prete operaio” che ha lasciato un segno profondo ed indelebile, visibile ancora oggi, a dieci anni di distanza dalla sua scomparsa.
Tante le emozioni che si sono rincorse stamani nel santuario intitolato ai Santi Cosma e Damiano, dove si è svolta l’undicesima edizione della Giornata delle Memoria, promossa dal Comune di Ravello e dedicata quest’anno a monsignor Pantaleone Amato.
Un uomo di chiesa e di azione, sempre in prima linea per superare le sfide: dalla costruzione del nuovo santuario, alla realizzazione strada per San Cosma e Torello, dall’apertura della Casa del Pellegrino alla Casa di Accoglienza di Sambuco, come ha ricordato il primo cittadino, Paolo Vuilleumier, in apertura dell’incontro.
Alla presenza di Orazio Soricelli, arcivescovo della diocesi Amalfi-Cava de’ Tirreni, monsignor Peppino Imperato, parroco della chiesa di Santa Maria Assunta, di alcuni rappresentanti della famiglia Amato e di numerosi studenti, sono state proiettate le interviste realizzate dal gruppo della Web Tv dei Ragazzi di Ravello, coordinati da Fulvio d’Aria. Protagonisti, numerosi cittadini ravellesi che hanno raccontato il loro personale ricordo di don Pantaleone.
A seguire le testimonianze di don Peppino Imperato, che ha ricordato alcuni aneddoti della vita di don Panteleone, e sottolineato il valore di una esistenza, spesa per la chiesa e per la comunità.
La sua attività instancabile a favore dei suoi parrocchiani è stata invece al centro dell’intervento di Nicola Amato, nipote del sacerdote scomparso, mentre la sua capacità di arrivare dritto al cuore della gente hanno animato il messaggio inviato dal consigliere Ulisse Di Palma.
Ottimo pastore, prete zelante, che ha reso lustro alla chiesa e alla città di Ravello, è il giudizio espresso dal vescovo Soricelli.
Al termine della commemorazione, il sindaco Vuilleumier ha scoperto una lapide nella piazza antistante il santuario, intitolando l’area a monsignor Pantaleone Amato, “in segno di riconoscenza per la sua opera al servizio della nostra comunità e per l’esempio che ha saputo dare alle future generazioni”.
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