“Rientra nei compiti che si è data la Commissione Antimafia nella legge istitutiva – spiega – in più abbiamo approvato un Codice di autoregolamentazione all’unanimità in cui i partiti si impegnano ad alzare la soglia di tolleranza: noi abbiamo infatti ritenuto di proporre un impegno più virtuoso, escludendo dalle candidature anche coloro che sono stati rinviati a giudizio e di prevedere che non solo ci si impegni a non candidarli ma anche a non sostenere candidature in liste collegate”.
L’ impegno quindi si estende anche al perimetro di tutte le liste civiche che appoggiano un candidato sindaco o presidente di Regione: il partito è impegnato a non sostenere quella candidatura. La Commissione Antimafia si assume l’onere di una verifica preventiva che verrà messa a disposizione della valutazione dell’opinione pubblica. “Dobbiamo verificare – spiega Fava – se i candidati sono sotto la soglia di compatibilità fissata, se ci sono candidati rinviati a giudizio per concussione, corruzione, voto di scambio, reati di criminalità organizzata, estorsione e usura, traffico di stupefacenti e traffico di rifiuti ecc. La legge parla invece di condanna di primo grado, il Codice dell’Antimafia prevede l’esclusione già con il rinvio a giudizio”. Il Codice prevede una adesione volontaria e l’inosservanza non prevede sanzioni.
“E’ un obbligo morale dei partiti”, prosegue Fava. Dalle prefetture stanno arrivando alla Commissione le informazioni sui candidati; nei prossimi giorni la Commissione si riunirà con il contributo dei consulenti e individuerà se ci sono candidati che sono sotto la soglia di decoro di questo Codice. “E’ una proposta che ovviamente condivido in pieno – conclude Fava – essendo proprio io che l’ho sollecitata”. “Si apprende che il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, on. Rosy Bindi, adeguatamente ed opportunamente sollecitata anche dallo scrittore Roberto Saviano, vaglierà con particolare attenzione le liste presentate in Campania per le elezioni regionali.
L’iniziativa è da condividere appieno con la speranza che riguardi tutte le liste presentate e che, al termine dei lavori, venga redatta una dettagliata e specifica relazione, evitando così fumose, inconcludenti e generiche descrizioni di eventi sulla falsariga del sentito dire o, peggio ancora, di stereotipi da utilizzare solo verso talune parti politiche”. Lo dichiara il senatore Vincenzo D’Anna, vicepresidente del gruppo Grandi Autonomie e Libertà.
Lo “screening” per individuare gli impresentabili alle regionali del 31 maggio, “è utile. Tutto ciò che consente un approfondimento sulla qualità dei candidati per me è una iniziativa utile. Mi sembra un elemento che deve essere messo a servizio dei cittadini”. A dirlo è il deputato An-Fdi Marcello Taglialatela, componente della Commissione Antimafia. “Nella precedente legislatura – spiega il deputato – c’era già stata una decisione della Commissione antimafia che voleva affiancare il lavoro che fa la prefettura sulla qualità delle liste. Se questo lavoro non viene fatto in modo strumentale, non ci vedo nulla di male. E conoscendo la presidente della Commissione Bindi, l’uso non sarà strumentale”.
L’approfondimento – spiega l’esponente di An-Fdi – non è legato solo a reati che richiamino mafia, ‘ndrangheta e camorra ma alla qualità “giudiziaria e morale” del candidato”. Per il deputato, “ce ne sono un po’ in tutte le liste di indagati ma bisogna fare differenze tra caso e caso. Gli approfondimenti sono comunque necessari, soprattutto nel caso di vicende che era bene conoscere prima delle elezioni. Io sono contento se questa operazione serve a fare chiarezza”. Il deputato cita il caso di un consigliere regionale uscente, condannato in primo grado a 4 anni e tre mesi per abusi sessuali, ora ricandidato con De Luca. “E’ bene indicare all’opinione pubblica quali sono i problemi giudiziari dei candidati”, conclude.
La scrematura delle liste per le regionali “credo che sia opportuna: certo, bisognava farlo un pò prima”. A dirlo è la senatrice Rosaria Capacchione (Pd), componente della commissione antimafia, che nei giorni scorsi ha avuto parole di fuoco contro i cosiddetti impresentabili alle prossime regionali del 31 maggio.
“Le segnalazioni stanno arrivando adesso come se all’improvviso si fosse risvegliata una sensibilità che sembrava sotto traccia – osserva Capacchione – ma il problema è del tutto trasversale. La possibilità che elementi estranei si possano infiltrare nelle liste non è un allarme campato per aria e indica che complessivamente sulle amministrative si è abbassata la guardia”. Per la senatrice del Pd è più che altro “una questione di opportunità: per moralizzare la politica, più che ai gettoni di presenza, bisognerebbe pensare a questi temi, altrimenti si fa solo demagogia spicciola. Un tempo sulle candidature i partiti facevano da filtro, ora tutto questo è purtroppo saltato”.