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Eboli, Museo Moa; dall’arte della guerra alla guerra nelle rappresentazioni artistiche

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Si terrà sabato 23 maggio, alle ore 19.00, presso il Museo MOA, Complesso Monumentale di Sant’Antonio ad Eboli l’incontro con il Prof. Gerardo Pecci, storico dell’arte e socio ordinario dell’Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte (ANISA), in collaborazione con Sophis e Mo’Art. Fino al XVI secolo il tema iconografico legato al racconto di avvenimenti bellici, di battaglie, nell’arte era stato quasi sempre legato a finalità religiose, storiche, commemorative. Si raccontavano fatti epici, guerre famose, episodi eroici. Ma fu nei Paesi Bassi, alla fine del Cinquecento, che nacque il genere pittorico delle “battaglie”. In Italia ebbe difficoltà ad affermarsi in modo svincolato da fatti agiografici e storici.

Tuttavia, a poco a poco, anche in Italia si affermò questo nuovo gusto pittorico e si ebbero i primi artisti che si dedicarono alla rappresentazione di scene di battaglie. Tra i primi artisti ricordiamo Belisario Corenzio a Napoli o il Cavalier d’Arpino a Roma e poi Aniello Falcone e Michelangelo Cerquozzi. D’altra parte anche la letteratura e la narrazione storica di eventi bellici è stata semprepresente nella storia della cultura antica e moderna, ricordiamo, tanto per fare qualche esempio, il De bello Gallico (La guerra in Gallia) e il De bello civili (La guerra civile) di Giulio Cesare o, molti secoli dopo, Dell’arte della Guerra scritta da Machiavelli, col titolo latino De re militari, pubblicata nel 1521.

E’ a partire dal Seicento che i palazzi di ricchi aristocratici si arricchirono di dipinti con scene di battaglie. L’incontro tematico prenderà avvio dal mondo antico, con alcuni illustri esempi di battaglie nell’arte, per poi arrivare al Rinascimento e soprattutto ai secoli XVII e XVIII nei quali il genere artistico delle “battaglie” trovò una propria autonoma e specifica collocazione tra i generi artistici, come lo furono nello stesso periodo la “natura morta” e il “paesaggio”.

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