ALFONSO PINTO. Nacque a Vietri sul Mare il 30 giugno 1895 da agiata famiglia borghese; il padre, Vincenzo, funzionario dello Stato a Napoli, la madre marchesa Silvia Cerulli di Sorrento. Tenente di complemento in fanteria durante la prima guerra mondiale (1915-18), fu fatto prigioniero e detenuto in Germania a Rastatt, poi ad Jalle an der Saale e Chemnitz in Sassonia. Nel contatto quotidiano con uno dei suoi carcerieri perfezionò la conoscenza del tedesco, usando come lingua di scambio il latino. Fu decorato con la medaglia interalleata della Vittoria e con la Croce al merito di guerra. Laureato in lettere all’Università degli studi di Napoli nel 1919, l’anno successivo iniziò la carriera di docente negli istituti magistrali “Villari”, “Settembrini” e Pimentel Fonseca” di Napoli. Successivamente divenne straordinario di materie letterarie e fu assegnato dapprima a Nizza Monferrato (AT), poi a Susa (TO).
Dopo un triennio al liceo-ginnasio pareggiato della Badia di Cava de’Tirreni, nel 1925 vinse il concorso pubblico per ordinario di cattedra e insegnò a Vallo della Lucania, Trieste, Portoferraio (Isola d’Elba), San Severino Marche (MC). Dal matrimonio con Teresa Chieffi, insegnante elementare, nacquero tre figli: Maria Rosaria (Mimma), Rita e Marcello. Nominato preside nel 1931, venne assegnato a quattro diversi istituti di istruzione media, fra i quali il ginnasio inferiore di Eboli. Fondò e diresse sia l’istituto tecnico di Torre Annunziata sia l’istituto magistrale “Teresa Confalonieri” di Campagna. Preside per quattro anni del liceo-ginnasio “Pietro Colletta” di Avellino, nel 1941/1942 fu distaccato alla conduzione dell’istituto Froebeliano di Napoli; l’anno seguente divenne preside a Salerno dell’istituto magistrale “Regina Margherita”, alla guida del quale si trovò ad affrontare gli eventi conseguenti allo sbarco delle truppe anglo-americane e a Salerno Capitale. Su provvedimento del ministro della pubblica istruzione Arangio Ruiz, nel 1945, fu incaricato della presidenza del liceo-ginnasio di Sessa Aurunca e dell’annessa scuola media. Ritornò al magistrale di Salerno nel 1948/1949, suo ultimo anno di attività. Scrisse saggi storici e letterari, fra i quali Il mimo latino come espressione dell’anima popolare, elaborato negli anni di prigionia e pubblicato a Salerno nel 1925.
Dedicò i suoi studi successivi soprattutto alla Commedia dantesca. Durante i periodi di permanenza a Salerno fu invitato e sovente tenne conferenze ai “Giovedì Letterari”, che il professor Francesco Cantarella organizzava nella propria abitazione di Via Lungomare Trieste; in più di una occasione agli eventi intervenne Benedetto Croce. Nell’intento di difendere i principi di libertà e le garanzie costituzionali, nel 1924, all’indomani del delitto Matteotti, fondò a Vietri sul Mare un circolo culturale, che dopo due soli mesi di vita fu soppresso per motivi di pubblica sicurezza. Pur avendo in seguito aderito al partito fascista, mantenne fede ai suoi ideali democratici e al suo spirito indipendente e libertario, intervenendo più volte in difesa di amici e insegnanti perseguitati per le loro origini ebraiche o per le idee politiche. Negli anni del regime impartì lezioni per la preparazione agli esami di licenza liceale ad un ebreo di nome Leon, che accolse ed ospitò nella sua casa di Via Nizza, 54 (oggi Via F.P. Volpe, 37) in Salerno. Vincitore del concorso a Provveditore agli studi, non esercitò mai la funzione a causa della prematura scomparsa, avvenuta il 1 marzo del 1950. Durante la cerimonia funebre gli furono tributati gli onori militari, avendo egli raggiunto il grado di tenente colonnello di complemento. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Benincasa in Vietri sul Mare.