Il 42% delle spiagge italiane soffre di erosione costiera. E una quota altrettanto importante è soggetta ad interventi di difesa che spesso non sono risolutivi, e tra gli esempi più evidenti c’è il litorale marchigiano ”coperto per l’80% da opere rigide di difesa”. Questo quanto emerge dal nuovo rapporto ‘Spiagge indifese: dati e storie dell’erosione costiera’ di Legambiente che presenta così la ”mala gestione” dei litorali e lancia le giornate ‘Spiagge e fondali puliti – Clean up the Med’ con iniziative dal 22 al 24 maggio in tutta Italia. In base ai più aggiornati (uno studio sullo Stato di salute dei litorali italiani del 2006), prima regione per tassi di erosione costiera è il Molise (91%); segue la Basilicata (78%), poi la Puglia (65%), l’Abruzzo (61%), le Marche e il Lazio (54%).
I valori più bassi si registrano in Friuli (13%), Veneto (18%), Emilia-Romagna (25%). Le altre regioni si collocano tra il 33% della Liguria e il 43% della Calabria. L’erosione – spiega Legambiente – è “un fenomeno naturale amplificato dall’antropizzazione delle coste, dalla riduzione dell’apporto solido dei fiumi in mare e da un’inadeguata gestione del problema”. Eppure ”progetti invasivi per installare nuove barriere artificiali pendono su molte aree costiere”: come gli interventi previsti ”a Santa Maria del Focallo nel ragusano, il grande progetto nel Golfo di Salerno e quello sul litorale laziale di Ostia”.
“Le iniziative di pulizia saranno anche un momento di riflessione e di sensibilizzazione sulla gestione del territorio e sulle opere veramente utili alla tutela dell’ambiente”, dichiara Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente. Oltre 300 gli appuntamenti previsti in tutto il Paese per la tutela del mare e delle coste promossi da Legambiente insieme con Cial, Novamont, Mareblu e Virosac, in contemporanea a eventi in altri 10 Paesi mediterranei. ”L’obiettivo dell’impegno di Legambiente – dice Giorgio Zampetti, responsabile scientifico dell’associazione – è di tutelare e preservare la natura degli habitat costieri, liberare l’accesso alle spiagge e liberarle dal cemento, avviare una radicale riqualificazione dell’esistente e progettare e realizzare opere di adattamento dell’erosione costiera”
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