L’orientamento dei giudici, già emerso prima della camera di consiglio, sarebbe comunque ampiamente maggioritario per attribuire al giudice ordinario, e non al Tar, la competenza ad applicare la legge Severino ai politici condannati.
Le Sezioni Unite civili della Cassazione, riunitesi oggi, dovevano appunto stabilire se sia del giudice ordinario o del Tar la competenza a decidere il ‘destino’ dei politici condannati e incappati nell’esilio forzato dagli incarichi elettivi per effetto della legge Severino.
Se la tempistica sarà rispetta, la decisione degli ‘ermellini’ potrebbe incidere già sulla tornata elettorale di domenica prossima, in particolare per la Campania – una delle regioni dove si vota insieme a Marche, Puglia, Toscana, Liguria, Veneto e Umbria – dove si tratta di capire se, in caso di vittoria dello sfidante Vincenzo De Luca, sarà effettivamente il candidato del Pd a governare la regione e a prenderne le redini dalle mani del governatore uscente Stefano Caldoro del Pdl che nel marzo 2010 aveva avuto la meglio con più di dieci voti percentuali di scarto.
De Luca, infatti, se la Suprema Corte – come tutto fa presumere anche in base alle indicazioni espresse da ben due diversi rappresentanti della Procura della Cassazione – affiderà al tribunale ordinario l’ultima parola sull’applicazione della Severino, potrebbe avere la strada in salita per insediarsi nel nuovo incarico e potrebbe dover ‘scontare’ diciotto mesi di purgatorio ‘severiniano’.
Tradizionalmente, infatti, i magistrati ordinari sono meno ‘laschi’ di quelli contabili nell’applicare la Severino, anche se le eccezioni si possono sempre verificare. A sollevare il problema della competenza davanti alle Sezioni Unite civili, presiedute da Antonio Rovelli, il ‘numero due’ della Cassazione dopo il Primo presidente Giorgio Santacroce, è stato un ricorso del ‘Movimento per la difesa del cittadino’ difeso dall’avvocato Gianluigi Pellegrino che è stato “molto soddisfatto” per la lancia spezzata, a discapito di Tar e Consiglio di Stato, sia dal Pg Luigi Salvato che aveva depositato una requisitoria scritta un paio di mesi fa, sia dal Pg Umberto Apice presente all’udienza svoltasi stamani nell’Aula Magna a porte chiuse.
Un parere per il quale ha invece ‘masticato amaro’ l’avvocato Lorenzo Lentini che ha difeso il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, anche lui condannato e ‘reintegrato’ in servizio dal Tar. Per quanto riguarda De Luca, lo scorso 21 gennaio il Tribunale di Salerno lo ha condannato – pena sospesa – a un anno di reclusione e a un anno di interdizione dai pubblici uffici per abuso di ufficio in relazione alla nomina di un project manager per il progetto di realizzazione del termovalorizzatore di Salerno. In forza della Severino, il 23 gennaio De Luca è stato sospeso per diciotto mesi dalle sue funzioni di sindaco di Salerno nelle quali tre giorni dopo lo ha ‘rimesso’ il Tar della Campania.
CALDORO: “CANDIDARSI CONTRO LA ‘SEVERINO’ È UN SEGNALE NEGATIVO”. “Oggi in Campania c’è qualcuno che si candida al più alto grado delle istituzioni regionali, facendolo contro una legge dello stato. È un segnale, soprattutto nella nostra regione, molto molto negativo che si dà ai cittadini”. Questo quanto dichiarato dal candidato governatore del centrodestra Stefano Caldoro rispondendo alle domande dei cronisti sulla imminente decisione della Cassazione. “Noi chiediamo agli elettori – ha aggiunto Caldoro – di votare chi la legge la rispetta e sta nelle regole”. “Se le leggi non le rispetta un candidato che vuole fare il presidente della Regione – ha concluso – dà il segnale a tutti che le leggi non bisogna rispettarle. Le leggi si possono cambiare ma finché ci sono si rispettano”.
“La Cassazione sulla Severino? È caos istituzionale in Campania. No a candidati contro la legge”: lo scrive, in un tweet, il Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, candidato per il centrodestra alla Presidenza della Regione.
L’avvocato Lorenzo Lentini, in rappresentanza del sindaco di Napoli Luigi De Magistris, all’udienza a porte chiuse in Cassazione sulla legge Severino, ha ribadito la posizione dell’amministrazione partenopea sulla competenza del Tar e non della magistratura ordinaria ad occuparsi delle conseguenze della suddetta normativa sui politici condannati. L’avvocato Lentini, uscendo dall’aula magna della Cassazione, ha detto di non aver ricevuto dal collegio degli ‘ermellini’ alcuna indicazione sui tempi di deposito delle motivazioni del verdetto.
“Vivo l’attesa della decisione con tantissima serenità e tantissima pazienza come sempre”. Lo ha detto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, a margine di una visita a Vitigno Italia, rispondendo a una domanda relativa all’attesa per la decisione della Cassazione chiamata a decidere se la competenza sui ricorsi contro la sospensione delle cariche elettive spetti alla giustizia amministrativa o a quella ordinaria.
Fonte ANSA