“Le Regioni – spiega Pellegrino – hanno stilato gli statuti con un margine di autonomia che ha consentito in certi casi di puntare l’accento sul ‘presidenzialismo’ e il governatore, e in altri sul ‘parlamentarismo’ e il consiglio regionale. In Campania, quindi, De Luca dovrà sottoporre al Consiglio regionale la nomina del proprio vice e quelle dei componenti della giunta. Il Consiglio dovrà esprimere un gradimento, non vincolante, ma parzialmente vincolante, perché qualora emerga dissenso, il neopresidente dovrà ripresentarsi al Consiglio e se decide di mantenere gli stessi nomi, motivare la scelta”.
“Nel frattempo – prosegue Pellegrino – il Presidente del consiglio dei ministri ha l’obbligo di legge di accertare l’incompatibilità di De Luca per la legge Severino e non può ritardare quest’atto doveroso per consentire a De Luca di avere un alter ego alla guida della Regione. Cosa che sarebbe tra l’altro impossibile per la lunga e complessa procedura prevista dallo statuto. Allora le soluzioni sono solo due: o si torna al voto, oppure serve un intervento normativo di urgenza che cambi la Severino oppure garantisca una guida vicaria alla Regione che però non sia espressione del presidente incompatibile. È davvero una grana istituzionale sottovalutata con imperdonabile leggerezza compiendo l’inaccettabile scelta di mettere il popolo contro la legge”.
Fonte ANSA