“Chiediamo al presidente del Consiglio, che si trova in una situazione di evidente conflitto di interessi, essendo anche il segretario del Pd, di intervenire immediatamente per risolvere questa situazione paradossale e non tergiversare oltre” spiegava prima delle elezioni Ciarambino preoccupandosi del fatto che “Renzi potrà giocare sporco ed eventualmente procrastinare questa sospensione dando il tempo a De Luca di nominare la giunta e il suo sostituto”. Oggi Ciarambino ha rinnovato le sue preoccupazioni: “Noi abbiamo già presentato un esposto alla Procura diffidando Renzi e chiedendogli di agire da massimo garante istituzionale prima ancora di tutelare il suo interesse particolare come segretario del Pd” ha detto in conferenza stampa a Montecitorio.
AVVOCATO PELLEGRINO: DE LUCA NON PUO’ NOMINARE UN VICE. “Lo statuto della Campania prevede una procedura complessa per le nomine del vice presidente e della giunta, nomine che devono passare attraverso due sedute in Consiglio regionale, un voto di gradimento del Consiglio sui nomi scelti dal presidente e una successiva nuova determinazione del presidente. Questo vuol dire che De Luca non può nominare in maniera automatica nessun vice che sia un suo alter ego alla guida della Regione”. A ricordare l’iter previsto dallo statuto regionale è l’avvocato Gianluigi Pellegrino, che pochi giorni fa ha vinto il ricorso in Cassazione sulla legge Severino e la competenza del giudice ordinario; un iter che ora, secondo il legale, rappresenta un ulteriore ostacolo, insieme alle insidie della stessa legge Severino, sulla strada di Vincenzo De Luca, vincitore delle elezioni in Campania.
“Le Regioni – spiega Pellegrino – hanno stilato gli statuti con un margine di autonomia che ha consentito in certi casi di puntare l’accento sul ‘presidenzialismo’ e il governatore, e in altri sul ‘parlamentarismo’ e il consiglio regionale. In Campania, quindi, De Luca dovrà sottoporre al Consiglio regionale la nomina del proprio vice e quelle dei componenti della giunta. Il Consiglio dovrà esprimere un gradimento, non vincolante, ma parzialmente vincolante, perché qualora emerga dissenso, il neopresidente dovrà ripresentarsi al Consiglio e se decide di mantenere gli stessi nomi, motivare la scelta”.
“Nel frattempo – prosegue Pellegrino – il Presidente del consiglio dei ministri ha l’obbligo di legge di accertare l’incompatibilità di De Luca per la legge Severino e non può ritardare quest’atto doveroso per consentire a De Luca di avere un alter ego alla guida della Regione. Cosa che sarebbe tra l’altro impossibile per la lunga e complessa procedura prevista dallo statuto. Allora le soluzioni sono solo due: o si torna al voto, oppure serve un intervento normativo di urgenza che cambi la Severino oppure garantisca una guida vicaria alla Regione che però non sia espressione del presidente incompatibile. È davvero una grana istituzionale sottovalutata con imperdonabile leggerezza compiendo l’inaccettabile scelta di mettere il popolo contro la legge”.