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De Luca al lavoro su giunta e questioni legali

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Neppure il tempo di tirare il fiato dopo la maratona elettorale Vincenzo De Luca non conosce pause e rimane concentrato su due nodi cruciali per il futuro della Campania: l’iter legale per l’eventuale sospensione in base alla legge Severino e la composizione della giunta

Il neo governatore della Campania ha parlato a lungo con i suoi fedelissimi nella segreteria politica in piazza Amendola dove sul tavolo si è affrontato il dossier Severino. Per il parlamentare Fulvio Bonavitacola De Luca avrà il tempo di nominare la giunta e soprattutto il vice che ne dovrà prendere il posto durante il periodo di eventuale sospensione. Il profilo sarà quello delineato dallo stesso De Luca all’indomani dell’elezione, basato quindi su competenze e su espressioni della società civile.

I NOMI PER LA GIUNTA. Tra i nomi che circolano per la vicepresidenza – scrive il sito Ottopagine.it –  sembra esserci Raimondo Pasquino, ex rettore dell’Università di Salerno ed attuale presidente del consiglio Comunale del capoluogo. Un accademico, amico di de Magistris così come di Ciriaco De Mita, anche se ex Udc e pertanto non organico al partito.
Nelle ultime ore sale però la quotazione di un altro dei collaboratori dello sceriffo, Nello Mastursi, attuale capo staff al Comune di Salerno, responsabile regionale per gli enti locali del Partito Democratico e, soprattutto, l’uomo che si è occupato di assortire la coalizione di centrosinistra per queste elezioni.

Il neo presidente è intenzionato a non far entrare, almeno nella prima fase, consiglieri regionali nell’esecutivo. Tutti esterni.
Ma è sul nome dell’assessore alla sanità che si gioca la partita politica più importante. Da Nusco pare arrivino già le prime indicazioni. Superata l’ipotesi Antonia De Mita pare che l’ex presidente del Consiglio abbia calato il nome di Luigi Cobellis, in primis come possibile vicepresidente, in alternativa comunque come assessore regionale.

Un nome, poi, dovrà giungere da Salerno. Esclusa l’ipotesi Franco Alfieri: per il sindaco di Agropoli resta aperta una finestra importante nel Partito Democratico. Il fedelissimo Umberto De Gregorio invece potrebbe approdare nello staff presidenziale.
Per la sicurezza circola il nome di Franco Malvano, l’ex questore di Napoli, non eletto in Consiglio regionale. Infine contatti anche con Umberto Ranieri e con cozzoliniani e bassoliniani. Anche a loro toccherebbe un posto di primo piano nel governo regionale.

I TEMPI PER LA GIUNTA. De Luca ha 30 giorni per fissare la data della prima seduta del consiglio e nominare la giunta. Nel frattempo l’autorità giudiziaria dovrà avvisare il prefetto che a sua volta allerterà il governo. A quel punto il premier, consultato il ministro dell’Interno, dovrà dichiarare la sospensione di De Luca e comunicarla al prefetto che a sua volta la notificherà al consiglio regionale. Passaggi che daranno il tempo allo stesso De Luca di nominare un vicepresidente che governerà la Campania fino a quando il giudice ordinario, al quale avrà fatto ricorso, non avrà deciso se lasciarlo al suo posto in attesa della sentenza della Consulta sulla Severino che dovrebbe arrivare dopo l’estate. L’altra ipotesi è quella di un decreto legge sulla Severino.
IL PARERE DEL COSTITUZIONALISTA SCUDIERO. «Il quadro è complesso, c’è una regola formale, che è quella della legge Severino, e una serie di criteri di applicazioni che possono aprire a un ventaglio di soluzioni», spiega a Lettera43.it Michele Scudiero, costituzionalista ed ex preside della facoltà di Giurisprudenza della Federico II di Napoli Secondo cui, però, «c’è un certo margine che può giocare a vantaggio di De Luca».
In base allo Statuto della Campania, una volta proclamato eletto, De Luca ha 30 giorni per fissare la data della prima seduta del Consiglio, nominare la giunta e soprattutto un vice che lo sostituisca in caso di sospensione. Ne avrà il tempo?

Secondo la Cassazione, il Consiglio dei ministri dovrebbe sospenderlo subito e senza alcuna discrezionalità. Ma nei fatti l’iter burocratico potrebbe essere abbastanza lungo da consentire a De Luca di nominare un sostituto. Anche se, pure su questo punto, Pellegrino frena: «Lo Statuto impedisce a De Luca di nominare un suo alter ego per ovviare alla sospensione». E giocare sui tempi sarebbe «una violazione delle procedure per la formazione del governo».

L’ITER LEGALE. Formalmente la legge prevede che il prefetto dia comunicazione immediata del provvedimento giudiziario al presidente del Consiglio. Renzi, consultato il ministro dell’Interno, deve dichiarare la sospensione e comunicarla al prefetto stesso, il quale, a sua volta, la notifica al Consiglio regionale.  Nel frattempo De Luca presenterà ricorso al tribunale ordinario, che deciderà se lasciarlo al suo posto o meno. Tutto in attesa della Consulta, che il 20 ottobre discuterà il ricorso della Corte d’appello di Bari per un caso simile, l’unico a lui favorevole.

Innanzitutto, va considerato che il tribunale ordinario ha tempi generalmente più lunghi di quelli del Tar, dando un ulteriore spazio di manovra a De Luca (e al suo vice). Questo sempre che «non vengano attivati meccanismi, anche interlocutori, per accelerare il caso e arrivare presto a delle soluzioni, vista la gravità della situazione», avverte Scudiero.
Il giudice ordinario potrebbe dar ragione a De Luca o riportare la Campania alle urne. C’è una terza opzione – in cui lo sceriffo confida – ed è quello dell’aiuto da Roma.
«Bisognerà vedere se chi dovrà intervenire non possa studiare una soluzione per cavare d’impaccio una Regione che ha già grandi difficoltà», continua il costituzionalista.

LA QUERELA ALLA BINDI E LA TRASMISSIONE DEGLI ATTI A ROMA. Tra le questioni affrontate in mattinata da De Luca anche quella della causa intentata per diffamazione nei confronti della compagna di partito Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia. La Questura di Salerno ha trasmesso oggi alla Procura di Roma la denuncia-querela presentata ieri da Vincenzo De Luca, vincitore delle regionali in Campania, contro il presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi, per diffamazione, attentato ai diritti politici costituzionali e abuso d’ufficio. Lo si apprende dal Questore di Salerno, Alfredo Anzalone

 

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