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Finanziamenti, sesso e politica, è caccia alla maitresse

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Si allarga l’inchiesta sui falsi finanziamenti e sui raggiri effettuati da una avvenente 43enne che circuiva le vittime per poi derubarle. La donna era a capo dell’organizzazione che aveva messo in piedi una truffa di diversi milioni di euro e che ora sta venendo a galla e che ogni giorno si arricchisce di nuovi  e più inquietanti particolari. Il nuovo filone di inchiesta nell’ambito delle indagini a carico di un gruppo di falsi promotori finanziari accusati di promettere crediti a tassi agevolati e di sparire con i soldi richiesti per aprire le pratiche, senza mai erogare i finanziamenti riguarda anche la contraffazione di assegni per sottrarre denaro agli effettivi destinatari. La Procura di Nocera, stando a quanto scrive IlMattino.it ha già firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di 58 persone accusate tutte di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e alla contraffazione.

Ma è il ruolo della donna a capo della banda a destare le attenzioni maggiori. L’ avvenente bionda salernitana di 43 ani, separata, la quale intrecciava anche relazioni con i clienti, in modo particolari con imprenditori e professionisti di Salerno e provincia con alberghi di Pompei, Amalfi e Paestum e in un residence del centro della Valle dell’Irno, lontano da occhi indiscreti. Con questo sistema la donna avrebbe firmato contratti per 700mila euro e pare che avrebbe anche clonato ed effettuato spese per migliaia di euro le carte di credito dei clienti vittime. L’indagine sarebbe partita 5 anni fa, in concomitanza con le elezioni politiche in un comune della Valle dell’Irno, e sarebbe scattata dopo che gli inquirenti avrebbero ascoltato nelle intercettazioni di un  noto usuraio della zona, legato ad un clan della Valle dell’Irno, che parlava, sembra proprio con uno dei due politici coinvolti nella vicenda.

L’uomo – rivela il sito Agroflash.it –  chiedeva, dopo aver saputo dell’affare, di poter entrare nel giro, investendo anche dei soldi, da riciclare, di una organizzazione criminale della zona. Le ordinanze potrebbero scattare già nei prossimi giorni, e sono state volutamente rinviate, per evitare strumentalizzazione politiche, in quanto gran parte delle persone coinvolte sono direttamente o indirettamente interessate dalle regionali – scrive sempre Agroflash.it -. Vicenda pero, che dopo alcune soffiate di avvocati e addetti ai lavori è diventata di dominio pubblico a Salerno, nella Valle dell’Irno, a Montoro e Solofra e nell’agronocerino. Non è da escludere che dopo questa fuga di notizie i provvedimenti restrittivi potrebbero scattare anche nelle prossime ore.

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