Ma è il ruolo della donna a capo della banda a destare le attenzioni maggiori. L’ avvenente bionda salernitana di 43 ani, separata, la quale intrecciava anche relazioni con i clienti, in modo particolari con imprenditori e professionisti di Salerno e provincia con alberghi di Pompei, Amalfi e Paestum e in un residence del centro della Valle dell’Irno, lontano da occhi indiscreti. Con questo sistema la donna avrebbe firmato contratti per 700mila euro e pare che avrebbe anche clonato ed effettuato spese per migliaia di euro le carte di credito dei clienti vittime. L’indagine sarebbe partita 5 anni fa, in concomitanza con le elezioni politiche in un comune della Valle dell’Irno, e sarebbe scattata dopo che gli inquirenti avrebbero ascoltato nelle intercettazioni di un noto usuraio della zona, legato ad un clan della Valle dell’Irno, che parlava, sembra proprio con uno dei due politici coinvolti nella vicenda.
L’uomo – rivela il sito Agroflash.it – chiedeva, dopo aver saputo dell’affare, di poter entrare nel giro, investendo anche dei soldi, da riciclare, di una organizzazione criminale della zona. Le ordinanze potrebbero scattare già nei prossimi giorni, e sono state volutamente rinviate, per evitare strumentalizzazione politiche, in quanto gran parte delle persone coinvolte sono direttamente o indirettamente interessate dalle regionali – scrive sempre Agroflash.it -. Vicenda pero, che dopo alcune soffiate di avvocati e addetti ai lavori è diventata di dominio pubblico a Salerno, nella Valle dell’Irno, a Montoro e Solofra e nell’agronocerino. Non è da escludere che dopo questa fuga di notizie i provvedimenti restrittivi potrebbero scattare anche nelle prossime ore.