“Sarà l’occasione per delineare le problematiche del settore primario campano e per approfondire quelle dell’occupazione agricola della Piana del Sele; un’agricoltura di eccellenza che compete alla pari con quella californiana, ma che basa i suoi successi sullo sfruttamento della manodopera, attraverso il ricorso robusto al lavoro nero, praticando il sottosalario, non rispettando gli orari di lavoro e ricorrendo alla intermediazione di manodopera dei caporali”. E’ quanto ha affermato Giovanna Basile, segretaria generale della Flai-Salerno.
Nel corso dell’iniziativa sarà proiettato un video autoprodotto che evidenzia le condizioni di oppressione alle quali sono sottoposti i braccianti, e come non ci sia alcuna differenza tra il grado di sfruttamento della manodopera italiana e quella straniera.
“Il caporalato è una problematica sulla quale non si può più divagare. Va combattuto con determinazione da tutte le istituzioni, oltre che dalle organizzazioni sindacali. Il caporalato etnico ha subito delle trasformazioni che hanno peggiorato la sua attività criminale, arricchendola di un ulteriore elemento delinquenziale che è quello della tratta di esseri umani. Su questi temi abbiamo alcune proposte calibrate per il nostro territorio sulle quali vogliamo confrontarci per tentare di ripristinare la legalità in aree della nostra provincia che stanno diventando territori di nessuno e dove lo stato ha difficoltà a essere presente.” Ha aggiunto Anselmo Botte, segretario Cgil Salerno.
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